Una premessa fondamentale: tutti miei amici ballano molto bene.
Da quanto scrivo si potrebbe credere che facciano sorridere in pista, tutt’altro, sono provetti animali da balera coi quali tutte le donne vogliono ballare, e infatti sono richiestissimi.
Ci sono coppie che ballano a programma ovvero per ogni danza eseguono una sequenza di passi e figure concordate cosi che ognuno dei due sa perfettamente cosa fare. Tuttavia nelle sale affollate non è quasi mai possibile mantenere immutato un programma di ballo, spesso si e’ costretti a procedere in una sorta di gimkana fra le altre coppie introducendo passi compatibili con la situazione del momento. Molte coppie, poi, non hanno un programma fisso e quindi di volta in volta nel corso del ballo mettono in sequenza le figure che conoscono.
Allora come fa il cavaliere a far capire alla dama cosa vuol fare?
La corretta posizione della coppia è determinante: la dama deve mantenere costantemente il contatto fisico col cavaliere dall’altezza dei fianchi in giù, il suo corpo deve essere fermo, pronto a percepire la guida senza anticipare il cavaliere. Questi non deve usare la mano o il braccio sinistro per la guida, prima di tutto deve usare il corpo: per introdurre i giri deve muovere leggermente l’avambraccio destro verso l’interno, aiutandosi con una lieve pressione della mano destra, che comunque non deve spingere o tirare la dama, sarà sufficiente lavorare con il palmo della mano in modo simile al lavoro del bacino, dunque bacino e mano fanno la stessa cosa.
La guida del cavaliere deve essere precisa e risoluta, formalmente composta ed elegante in modo tale che la dama possa sentirla ed avere allo stesso tempo possibilità di movimento. Guida risoluta significa decisa, non molle, senza che diventi una morsa. La dama dal canto suo deve mantenere la morbidezza del corpo senza aggrapparsi al cavaliere; i suoi movimenti, quantunque condizionati dalle scelte dell’uomo, devono essere sincroni e non successivi nè tanto meno anticipati rispetto all’azione di guida del partner.
Ovviamente i passi devono essere adattati alla lunghezza di quelli della dama, non facendoli molto lunghi se lei è fisicamente incapace di farli.
Infine se la posizione dei due corpi è corretta ovvero ognuno allineato dalla propria parte l’uomo riesce a vedere al di là della dama quando avanza e la donna a sua volta riesce a vedere al di là dell’uomo quando è lei che avanza.
Esistono poi ulteriori metodi di guida non codificati utilizzati abitualmente dai miei compagni.
Luciano usa il metodo del moccolo: ogni volta che la sua dama non afferra al volo le sue intenzioni parte un’eresìa non propriamente a bassa voce che leva le musiche e scandalizza le signore benpensanti del pubblico, e qui scatta la seconda fase di accidenti per il presunto errore. Da notare che, secondo questa particolare concezione, l’errore è sempre da addebitare alla dama e mai a se stesso.
Luciano è una persona disponibile e allegra che assieme alle scarpe lucide da sala indossa una armatura di ignoranza e aggressività che lo pone in contrasto col resto del mondo.
Se viene sfiorato da un’altra coppia saetta occhiatacce di odio puro, se qualcuno intralcia la sua linea di ballo si sentono mormorare accidenti. E’ irascibile perché è teso come una corda di violino, mi chiedo che divertimento trovi nel ballo se non una tensione emotiva che altri scaricano nello sport estremo o nelle nuotate transoceaniche.
Meglio stare alla larga oppure, per i più dispettosi, urtarlo di proposito una, due, tre volte per farlo smettere di ballare, infatti dopo ripetute sfuriate finisce che molla la presa e la pista.
Massimo invece non si preoccupa più di tanto di comunicare indicazioni alla dama, semplicemente non la guida: considerato che hanno imparato assieme e conoscono entrambi il programma di base, lascia che ognuno vada a memoria sulle cose da fare, un po’ per indolenza, un po’ per non prendersi troppa responsabilità. La cosa funziona fino a un certo punto, in genere i primi trenta secondi del pezzo, poi uno dei due si disunisce o si dimentica la sequenza, che pure è sempre la solita, e la coppia si sdoppia in due ballerini solisti.
Stefano, che è alto sei metri e mezzo, prende su la sua dama che è bassina e pesa dodici chili e la porta a giro per la sala, anzi vorrebbe portarla ma poiché lei è più brava e svelta di lui cerca a sua volta di correggere la sua guida. L’ideale sarebbe regalarle una cavezza, montarla in sella e far condurre lei, sarebbe una coppia perfetta.
Carlo guida la dama come se fosse seduto in una decappottabile bianca, largo e comodo con la sicurezza di chi ha preso la patente da anni e ne ha viste di cotte e di crude, sempre elegante e impeccabile lo infastidiscono i pedoni ed i ciclisti che lo sfiorano ballando perché gli fanno perdere la postura e lo spettinano. La dama gradisce l’escursione e lo asseconda divertita, anche lei sembra seduta a bordo della spider, ma, al contrario di lui, non fa caso ai pedoni, sono una coppia amalgamata.
Giuseppe si sente sotto esame, balla bene, ma c’è sempre qualcuno che balla meglio di lui e quindi deve dare il massimo, ha una dama altrettanto brava che lo segue, lo legge, lo anticipa, lo corregge e gli consente di guidare, tutta protesa sulla sua sinistra, talvolta temo le cada la testa all’indietro.
E’ un po’ teso quando balla, non ho capito se si diverte o se si sente in competizione col mondo. Si affida molto alla sua dama. E fa bene.
Loriano afferra tra le sue manone la dama esile e minuta e la pilota convinto e concentrato, lui ha la faccia seria ma l’allegria gli esce da tutte le parti e ogni tanto si distrae perso dietro a qualche battutaccia, meno male che lei non se la prende se poi la brontola perchè non ha seguito ciò che lui ha sbagliato.
Alfonso non ha bisogno di guidare la sua dama: hanno una carica di energia al plutonio che dura dodici anni e sono solo al quarto di utilizzo. Sono coordinati in maniera pazzesca, anzi è un solo essere con due teste e quattro gambe e braccia che si muovono contemporaneamente in tutte le direzioni sul filo di una ritmica salsa, senza versare una goccia di sudore e senza sgarrare una mossa. Niente emozione, è una spietata macchina da gol che non esulta per un bel ballo e rientra ai box a musica finita. Farebbero bene le ombre cinesi.
Andrea mi fa schiantare perché balla bene ma pare che abbia sempre voglia di ridere. Non si prende sul serio come ballerino, ed è invece bravo, gli piace di più la compagnia che la pista ma si adatta a fare il conducente per piacere della sua dama. E’ un tipo sanguigno con una voglia matta di inventare passi strabilianti al quale invece sono state imposte le regole del ballo che segue senza capire perché debba farlo, sempre in dubbio se sta facendo una cosa importante o ridicola.
Marcellone balla con distacco e guida per dovere: sa farlo e lo fa con professione senza sbavature, come sa fare quasi tutto, che lo si metta su un cantiere o dietro ai fornelli, la dama lo conosce talmente bene che sa già cosa farà e come, e non sbagliano. Lui sembra sovrappensiero, preso da altri problemi più importanti del ballo, ma intanto aziona il radar incorporato col quale capta e nota tutto quel che gli sta intorno, e non perde un colpo.
Roberto guida a testa e gomito alti, specie nel tango, quindi meglio stare alla larga, è convinto di quello che fa e macina passi e giri sulla sua personale linea di ballo pilotando la dama con una convinzione non sempre corrisposta, mentre lui necessita di partecipazione emotiva per dare il meglio, per questo ogni tanto perde le staffe e gli vien voglia di smettere, salvo ricominciare subito dopo.
Sergio guida perché è lui l’uomo di casa e porta i pantaloni. Punto. Poche storie e concentrazione su quel che si fa, conosce movimenti e tempi e non ha alcuna intenzione di sbagliare, questo vale anche per gli eventuali sbagli di lei che segue attenta, sentendosi in mani sicure.
Marzio è un vero signore, porta la dama in carrozza senza scomporsi né sudare, chè sono i cavalli che tirano, riesce a mantenere indosso il pullover nelle serate più calde senza fare una piega come se non toccasse a lui, evidentemente la sua dama gli è salita sui piedi e si fa portare gratis col sorriso sulle labbra.
Sabatino è gentile e sapido, un signore di mezza età che guida rilassato con nonchalance la sua dama: quando attacca un jive è uno spettacolo per la platea: si muove dondolando capoccione e polpacci portando la compagna a spasso in un perfetto bilanciamento di equilibrio sull’altalena, attira inevitabilmente la simpatia e la voglia di fare come lui, ma non è facile, non ci riesce nessuno.
Sauro guida la ruspa, o meglio, prende la dama e la porta in giro per la sala dove vuole lui tracciando linee rette che tagliano la pista come fette di prosciutto sottile sotto l’affettatrice a volano. E’ un tipo pericoloso, intendo pericoloso quando si muove con tutte le lame protese a tracciare lo spazio necessario alle promenade ed ai giri a sinistra. Bisogna stare sempre attenti e guardare nei retrovisori perché le nostre caviglie non finiscano affettate anch’esse.
Valdo più che guidare partecipa a una assemblea di condominio, prima discutendo con la sua dama quanto c’è da fare e come, poi guardandosi attorno per prendere spunto o cercare negli altri conferma e approvazione alle sue teorie. Ricerca la maggioranza all’interno della coppia per convincerla democraticamente e con le buone che è lui che decide passi e movimenti.
Amedeo guida masticando cingomma come un allenatore concentrato a far giocare al meglio la squadra. Più che seguirlo la dama lo guarda circospetta nel timore di una sua indecisione, lei conosce la parte a memoria, ma necessita della parte maschile della coppia per ballare in due, credo che sotto sotto covi la vocazione della ballerina solista.
Dall’alto dei suoi numerosi metri di altitudine Daniele può vedere laggiù in fondo gli altri ballerini che si muovono e cercare traettorie libere. Bisogna sapere che con la sua altissima dama occupano uno spazio di tre metri di raggio e con le lunghe leve che si ritrovano si fa presto ad arrivare da un capo all’altro della sala. Occorre guidare con prudenza, per questo anzichè un numero di gara sulle schiena dovrebbe portare appeso alla giacca il cartello trasporti eccezionali.
Raffaele da buon matematico guida con il metodo dei numeri che non sbagliano mai e devono tornare sempre precisi, la dama è invece un’istintiva e non vuol sapere di contare o sentir contare, dunque è un interessante dibattito sempre acceso tra teorie distanti fra loro: quando si coniugano i due sistemi il ballo magicamente scorre fluido, negli altri casi è un crepitar di gambe e di ginocchi.
Vinicio prende in custodia la dama inserendola tra le lunghe braccia a protezione del mondo esterno e crudele come in una cellula di sopravvivenza corredata di airbag, poi partono compatti scivolando sul linoleum che è un piacere a passi corti, aperture corte, piroette strette a non farsi male e non far male a nessuno. Ha una guida protettiva a testa alta, tesa ad evitare le collisioni sempre in agguato e procedere come se sotto ai loro piedi ci fosse la moquette.
Salvatore guida stanco per la giornata di lavoro, poi si fa forza e parte in quarta con vigoria ritrovata. Agogna jive e rock per poter sgambare come nella vita precedente, negli altri balli è molto esigente con se stesso quindi se la gode poco rispetto alla fatica ed alla concentrazione. Ha una guida dispendiosa di energia, così finisce che si stanca prima degli altri.
Luigi, infine, più che guidare prende su tra le braccia la dama come fosse una fascina di frasche legate col cordino di sambuco e la porta a spasso per la pista un pò piegato all’indietro contando i passi e stando attento a non perdere rami e a non graffiarsi il viso .