La posta del cuore: Irina sfiancata

Gentile dottor Libanore, fermo posta del cuore del SAMBA
Mi chiamo Irina, mi vergogno a dirlo, ma mio marito è affetto da satirismo, nel senso che è diventato famelico di sesso, preda di una esaltazione degli impulsi sessuali che lo spinge alla continua ricerca di nuove conquiste. Non dà pace né a me né alle mie amiche né alle donne che incrocia al lavoro o in qualsiasi altra circostanza.
Sono un paio di anni che si comporta così: prima era solo focoso, ora è un ossesso scatenato che ha perduto ogni inibizione.
Non so come fare per placarne i roventi spiriti, io mi presto purché non vada con le altre, ma sono veramente sfiancata e giù di corda.
Lei si chiederà: ma cosa c’entra con il ballo ? Niente !
Ogni tanto andiamo al Savoiardo a fare del liscio piemontese, ma in effetti non c’entra niente, lui è assatanato in sala da ballo come in ufficio o a casa, non cambia nulla. E’ che all’ingresso del Savoiardo ho visto la locandina del SAMBA ed ho letto della sua grande esperienza di vita e della sua rubrica di posta del cuore e mi rivolgo a lei per un consiglio disinteressato.
Esiste un rimedio dottor Libanore ? Ho qualche speranza che gli passi questa mania ?
La prego mi illumini.

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Cara sfiancata
Confesso che è la prima volta che mi si pone un quesito che con il ballo non ha a vedere nulla, proverò comunque a sollevarti dalle tue ambasce
Il tuo caso mi riporta agli anni sessanta quando caddi preda di una specie di ossessione erotico possessiva che per alcuni mesi mi sconvolse l’esistenza.
Ero reduce dal servizio di leva in quel di Pordenone, ameno luogo dove convivevano una media di venti militi in calore per ogni donna vivente, e l’astinenza dalla amata presenza femminile mi aveva prostrato anima  e corpo.
Quando finalmente mi congedai fui preso da raptus maniacale da coito che mi portò a rinchiudermi in un casa di tolleranza clandestina di Udine per un mese intero, periodo nel quale mi misi in pari con gli arretrati e con gli interessi a discapito del mio stato complessivo di salute fisica e mentale: fu in questa circostanza che  mi resi conto che esagerare fa male anche per quelle cose lì.
Solo dopo che mi fui sfogato ben bene riuscii a riprendere una vita pressoché normale, ma ti confesso che ancora oggi quando vedo una divisa mi coglie uno sturbo interiore che, come reazione, mi costringe a ricercare immediatamente una donna.
Bene se il tuo uomo soffre di questo satirismo credo che tu possa farci poco, ci vorrebbe la camicia di forza, ma non credo che sarebbe contento.
Si dice che il satiriaco ricerchi il contatto sessuale non per provare nuove sensazioni e piaceri, ma per avere un soddisfacimento psichico e fisico che non riesce mai a raggiungere. Se la mettiamo in questi termini per curare la sua mente potresti cominciare  a sciogliere con regolarità ogni mattino delle pasticchine di bromuro di potassio nel suo cappuccino, è un rimedio da sempre in uso negli eserciti  per tenere a bada la truppa ed impedire che, in preda alla voglia ed in assenza di donne, i giovani esuberanti  si inchiappettino l’uno con l’altro senza freno.
Tieni tuttavia conto che in un caso analogo una sfortunata signora  di Mentone è finita in carcere con l’accusa di tentato omicidio del marito libertino, pertanto dovresti essere piuttosto contenuta con le dosi.
Prova a chiedere consiglio a qualche maresciallo sulla durata ed intensità della cura, io non sono proprio la persona più indicata in quanto aborro il bromuro.

Tieni anche conto che il bromuro possiede caratteristiche di  fotosensibilità, in quanto sotto forma di gelatina era impiegato nelle prime fotografie di fine 800.
Veniva  spalmato su una lastra metallica ed allorquando era esposta alla luce, bromo e argento si scomponevano. La successiva fase di lavaggio del supporto portava via il bromuro d’argento più o meno scomposto, che corrispondeva alle parti meno scoperte della foto, e lasciava intatte le parti esposte, e così risultava l’effetto di chiaroscuro fotografico.
Se dopo la doccia tuo marito presentasse sul torace insolite riproduzioni di inquadrature del tinello o di scorci cittadini potrebbe dipendere dal fatto che il suo ombelico ha preso a funzionare come una reflex e produce ottime negative.
Prendiamone il lato buono considerando che potresti fare dei ritratti originali senza spesa aggiuntiva.
Per tua doverosa informazione sappi anche che il bromuro di potassio è  usato anche come farmaco anticonvulsante per cani e gatti, e solo alcune nazioni ne autorizzano la somministrazione agli esseri umani.
Insomma se oltre a volerti rinfrancare non vuoi rimanere vedova,  vacci piano

La posta del cuore: titubante e perplesso

Vi scrivo questa missiva in quanto titubante e perplesso.

Al sabato vespertino sono aduso recarmi a ballare presso il noto locale “La Riverenza”  sito nella ridente località termale di Bagni di Sopra.

Il locale ha una tradizione di frequentazione da parte della bella gente del posto, ma è un tantino freddino nel senso che non ci transitano tante donne e i distinti signori presenti passano tristemente la serata in cameratesche discussioni filosofiche senza ballare mai.

Ogni tanto perciò, colto da raptus di sgranchimento di membra,  mi reco in un altro locale, sito nella meno ridente località di Bagni di Sotto.

Si tratta del famigerato “Il Rigurgito”, una balera frequentata da gente ignorante dove l’ingresso costa molto meno e ci sono molte ballerine di liscio un tantino sgangherate, ma disponibili a ballare qualunque cosa.

Quelle sere ballo con un mucchio di donne arzille e anche se la conversazione non è tanto interessante mi diverto assai di più.

Ho però notato che allorquando mi reco alla toilette del “Rigurgito” per svolgere le primarie funzioni corporali e tiro lo sciacquone  il pannello di segnalazione del troppo pieno a marea emette una lucina rossa lampeggiante  e  bisogna scappare di corsa per non rimanere investiti dall’onda anomala che esonda dalla tazza del cesso.

Le prime volte che è accaduto ho fatto finta di niente e fuggendo ho sprangato la porta alle mie spalle, ma sabato scorso non ho fatto in tempo a scappare e allora, dopo essermi asciugato alla meno peggio, mi sono permesso di far  notare la cosa al bigliettaio del Rigurgito.

Per tutta risposta questi mi ha detto tutto serio che quello che viene espulso corporalmente a Bagni di Sopra finisce inevitabilmente a Bagni di Sotto essendo gli scarichi unificati a norma Cee,  quindi se voglio ballare devo recarmi a Bagni di Sotto, ma se devo defecare è meglio che prenda l’autobus e salga a Bagni di Sopra per poi ritornare di sotto a ballare.

Ora le chiedo è possibile questa cosa o mi stanno prendendo in giro ?

In attesa di una sua risposta chiarificatrice preferisco momentaneamente stare a casa a mangiare il tiramisù della zia Jolanda, senza esagerare perché ho paura che mi causi dissenteria.

Mi ha capito ?

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Caro amico, ma lei ha una vera fissazione con l’apparato digerente !

La sua storia mi fa venire in mente una esperienza vissuta in una fase agnostica della mia giovinezza, quando mi ero messo a studiare infermieristica applicata sperando di poter giocare ai dottori con le femmine e mi iscrissi ad un corso di praticantato presso una clinica di Montecatini Terme, località ben nota per le proprietà lassative delle sue acque.

Poiché non avevo ancora conseguito il master in intestinologia mi misero a pulire i  bagni dello stabilimento termale, dove veramente ne ho viste di tutti i colori e ne ho annusate di tutti gli odori.

Confesso che non resistetti più di una settimana in quell’ambiante di miasmi e approfittai della benevolenza di una ricca signora stitica di Pozzuoli per darmi alla macchia.

Ma veniamo a noi.

Il problema che lei mi pone andrebbe rivolto ad un esperto di condutture fognarie cittadine, se si trattasse di una cosa seria, ma poiché temo che lei sia stato vittima innocente di un bigliettaio burlone, le suggerisco di rispondere con le stesse armi: si rechi dunque al Rigurgito dopo aver assunto una tripla dose di guttalax, quindi, dopo aver scosso ben bene l’intestino con una polka sfrenata, si rintani  nella toelette e si dia da fare per provocare una alluvione come si deve liberando una corpata di materiale fecale.

Quindi fugga a gambe levate non prima di aver lasciato la porta del bagno ben aperta in modo da invadere la sala da ballo.

Vedrà che porranno finalmente mano agli scarichi difettosi del locale.

Post Scriptum

Questo suggerimento implica purtroppo la conseguenza che non potrà più metter piede nel locale per non essere bastonato a sangue, ma una simpatica vendetta vale pure qualche sacrificio.

Orsù, diamoci da fare !

La posta del cuore: Gerolamo Pelo

Alla attenzione di Libanore Ivano della allegra brigata SAMBA
Il giorno 24 settembre corrente nel corso della serata di ballo liscio presso il noto locale L’Arruffapopoli sito in località Belvedere, il sottoscritto appuntato Gerolamo Pelo, fuori servizio ed in abiti borghesi chiedeva di ballare una mazurca a tale Penicucci Adele di anni cinquantaquattro, nubile, che trovavasi in quel frangente seduta a un tavolo del bordo pista della suddetta sala in apparente stato di attesa.
La citata Penicucci si rifiutava di congiungersi col sottoscritto adducendo motivi di cattiva digestione. A tale risposta negativa il sottoscritto si ritirava in buon ordine.
Dopodiché il sottoscritto si recava a piedi all’altro capo della sala citata per chiedere di effettuare un valzerino romagnolo a una donna di sesso femminile risultante essere la signorina Quiriconi Rosalba di Pietrasanta di anni cinquantasette, la quale rifiutava pur’essa adducendo come alibi di avere le estremità inferiori doloranti.  Anche a seguito di  tale risposta negativa il sottoscritto si ritirava di nuovo in buon ordine.
Dopo circa ventiquattro minuti trascorsi a guardare gli altri ballare, il sottoscritto me medesimo, già in stato di abbattimento e frustrazione per i ripetuti rifiuti, si imbatteva, proprio sulla porta della ritirata, in una signora di aspetto non troppo assuefacente, ma dotata di curve e controcurve da ritiro della patente  e le chiedeva di abbinarsi al medesimo in un tango figurato corredato di  regolamentare casqué.
La donna, le cui generalità non sono state fornite, declinava l’invito con una frase ingiuriosa nei confronti dell’Arma, nello specifico: “No, nu abballo, ma quanto si’bbrutto figlio mio”.
A tale risposta negativa il sottoscritto non si ritirava in buon ordine bensì, estratto il tesserino di riconoscimento, imponeva d’autorità il silenzio all’orchestra spettacolo Mirko e i Buttafuori, ivi operante, composta da quattro elementi più il Mirko stesso, che si stavano esibendo nella nota composizione “La trottola dell’amore”.
Afferrato il microfono del Mirko il sottoscritto ingiungeva a tutte le donne di sesso femminile presenti in sala di mettersi sedute ai loro posti mantenendo la calma e minacciando in caso contrario di richiamare la pattuglia di servizio per una retata di massa.
Una volta messe tutte a sedere, il sottoscritto iniziava a raccogliere le generalità delle signore per sottoporle a stringente interrogatorio su gusti danzanti e presenza di eventuali mariti e/o fidanzati nel tentativo di scoprire quali di esse fossero effettivamente libere.
Purtroppo, mentre stavano per arrivare i primi riscontri, sopraggiungeva la pattuglia in servizio dell’arma che, anziché, procedere al fermo dei presenti,  trascinava il sottoscritto in caserma sottoponendolo ad una iniezione sottocutanea di valium all’uopo fornita dalla squadra antinarcotici.
Il sottoscritto si chiede: c’è forse qualcosa che non va nel suo atteggiamento ?
In fede appuntato Pelo Gerolamo

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Che nostalgia dell’Arma, caro Pelo !
A onor del vero non è che io c’entri molto con l’Arma, anzi per dirla tutta fui riformato al servizio di leva grazie alla mamma che, poverina, si dette un gran daffare con il quartier generale e, tanto per non far torto a nessuno, con tutto il distretto militare.
Ricordo però che in occasione di un  carnevale di molto tempo fa ebbi la felice idea di travestirmi da generale, maresciallo, o qualcosa del genere, insomma pantaloni neri, bande rosse, bandoliera, un mucchio di alamari,  cappellone con  piuma e sciabola d’ordinanza.
Facevo un figurone perché è risaputo che le donne sono attratte irresistibilmente dall’uniforme. In quella circostanza feci coppia fissa con una ninfomane di Voghera travestita da crocerossina della grande guerra.
Sembrava di essere sul campo di battaglia, e che battaglia !
Eravamo fittamente impegnati nelle grandi manovre quando venimmo cacciati dalla festa perché nel corso delle nostre effusioni combinai inavvertitamente qualche piccolo malestro con la sciabola, che ovviamente non mi ero tolto, e che sporgeva dalle terga.
Bei ricordi del tempo che fu.
Sovvenendomi di quell’episodio mi domando perché tu non ci dia un po’ più dentro di enfasi nelle tue uscite ballerine. Dovresti fare appello a tutto l’armamentario di autoritarismo e orgoglio virile che ti avranno sicuramente insegnato in caserma.
Bello e impettito infilati l’uniforme da parata, raccatta un po’ di medaglie e decorazioni colorate e appuntale sul torace, se non ne hai procuratele a qualche mercatino dell’usato, poi stivaloni da cavalleggero e cappellone con pennacchio da corazziere. Così dovresti essere alto un paio di metri e vedrai che quando metterai piede all’Arruffapopoli ti faranno largo con deferenza, infatti è di rispetto che hai bisogno per non farti rifiutare dalle comari ballerine.
Il massimo sarebbe presentarsi a cavallo, ma non pretendo tanto, però almeno la gazzella con tutte le luci accese dovresti fartela prestare dal comando, per una sera cosa vuoi che sia, ricorda che le auto vistose hanno sempre un fascino notevole sulle ragazze.
Mi raccomando di portare la sciabola che dona tanta autorità, ma abbi l’accortezza, una volta fatto un paio di passerelle in sala per farti notare, di lasciarla al guardaroba.
Petto in fuori e mento in su, avanti marsch … unò due, unò due, unò due ………….. eccetera eccetera.

La posta del cuore: Elena di Russia

Mio nome è Elena, ho 44 anni e sto scrivendo dalla provincia in Russia.
Io lavoro in biblioteca e, dopo, il mio computer lavoro posso utilizzare, se possibile.

Ho scovato alcuni indirizzi su Internet e deciso di scrivere questa lettera a voi del SAMBA perché mio sogno segreto essere fare ballo da cubo in locale a luci rosse da voi in Italia.
Ho quattro figli di quattro, tre, due, uno anni vecchi. Suo padre ci ha lasciato dopo ultimo, detto basta figli uno per anno e andato in miniera a Meždurečensk, detto basta scopare, meglio Siberia che altri figli.

L’inverno ora sta arrivando e il tempo nella nostra regione è molto freddo. Noi usare riscaldamento a legna, abbiamo risparmio di legno nel granaio e arrivano a casa nostra caldo tutto l’inverno per noi a costo zero. Però sarebbe bello avere a casa per una stufa portatile per il calore. Purtroppo non possiamo acquistare questa stufa nel nostro mercato locale, perché il costo di questo forno è 8.045 rubli, e molto costoso per noi.

Io penso che se vengo in vostro paese a ballare ballo da cubo in  locali luci rosse può prendere rubli per stufa.

Ho letto che voi del SAMBA sistemate affari di ballo e chiedo se possibile trovare ingaggio in locale per me. Io 44 anni ma fare cubo meglio di giovanetta gne gne gne  italiana. Mie misure sono novanta novanta novanta.
Scuso per gli errori in questa lettera mi spiace. Stavo usando Google amplificatori.
Elena.

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Mia cara Elena

Rispondo volentieri alla tua e.mail e cercherò di farlo usando un linguaggio semplice affinché tu meglio comprenda.

Leggere le tue parole di stufe e miniere mi ha riportato a tanti anni addietro quando, giovanotto maturo in cerca di me stesso, approdai dopo lunga peregrinazione nelle fredde terre di Siberia e tentai fortuna come venditore di maraschino contraffatto in una bettola nei pressi della miniera di diamanti di Mirny.

Allora, si parla di tanti anni fa, c’erano molti minatori alla ricerca di lavoro e molte mogli di minatori che aspettavano pazientemente il ritorno dei mariti.

Mi ricordo che dopo aver versato ettolitri di bel maraschino rosso fiamma nelle gole avide dei compagni stanchi dopo duri turni di lavoro, dovevo sovente riaccompagnare gli ubriaconi  a casa, infilarli nel letto e provvedere quindi a consolare le mogli ansiose e vogliose.

Si sa, la donna russa è femmina due volte, e una volta toccava spesso a me.

Tutto ebbe fine quando la contraffazione del maraschino raggiunse apici di imbevibilità e fui rispedito a casa col foglio di via.

Ma bando alle ciance e veniamo a noi.

Ciò che mi chiedi non rientra nella missione della nostra associazione perché noi non trattiamo offerte di lavoro e tanto meno di cubi.

Piuttosto ti consiglierei di inviare una bella lettera a qualche rubrica di cuori solitari del nostro soleggiato paese per vedere se scovi qualche laborioso zitellone in cerca di femmine esotiche. Considerate le tue notevoli misure direi che un falegname della Val Brembana abituato ai tronchi di abete potrebbe essere interessato.

Conoscendo bene i miei compatrioti ti suggerisco di non citare per il momento l’ingombrante presenza dei quattro pargoli affamati e rimarcare piuttosto la tua volontà di fare il cubo a luci rosse magari solo per il tuo futuro compagno.

Potrebbe funzionare e tu non avresti più freddo. Garantito al limone.

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Sono Elena dalla provincia in Russia.
Grazie di risposta, io usato meglio traduttore Google e capito che da voi piacere cubo e tronco in Val Brembana, però non capito cosa essere strane parole come bando ciance e garantito limone.

Essere qualcosa che devo io imparare per trovare uomo a luci rosse ?

La posta del cuore: Flamina core abbacchiato

Ciao Ivà

te scrivo a distanza de du’ mesi dar fattaccio, quanno ormai ‘a tristezza e ‘a rabbia se so’ un po’ attenuate, anche se er core nun riesce proprio a dasse ‘na regolata.

Sto a grafffia’ i vetri dalla disperazione e me chiedo perché l’amore renda davero così ciechi e pure sordi.

L’omo mio oltre a esse fidanzato co’mmè, stava fidanzato pure con artre du’ fije de na mignotta, le portava a ballà na sera una, na sera n’antra e a me nun me restava che stà a casa a pijiarmelo in saccoccia.

Te pare giusto ?

Te devo pure dì che forse forse proprio fidanzati nun eravamo, diciamo che se serviva dar fruttarolo mio e ce siamo scambiati quarche occhiata significativa.

Na vorta s’è pure fermato per raccattamme la busta de peperoni che m’era caduta. Che occhiata che m’ha rifilato Ivano mio! Me so’ tutta strutta er core e per ringraziallo ho voluto daje subbito er numero de telefono, nun se sa mai, anche si, a ripensacce, lui me parve un pochetto reticente.

Daje  e daje na serata de circa du’ mesi sono, me so’ proprio ingrifata, allora so ita ar Varicocele, na balera che sta a Ladispoli, e l’ho beccato co’ quella zozzona della Mafalda de Pimavalle che staveno a ballà en chachacha tutti abbrancicati come  cozze ar pontile de Fiumicino.

L’ho acchiappata p’i capelli bionni e lunghi e jo detto “A fanatica, mo’ vedi che te sporvero!”

Tralascianno i particolari de raccapriccio te dico che l’ho strascicata pe’ tutta la pista come n’canotto, l’ho sdrumata !

A sera doppo so ita a Centocelle andò sta er Gabbiano Azzuro, na discoteca dove lui stava co a zinghera de ‘a Giusy a strofinasse come ‘n porco.

I’ ho detto

“’ ’a Giusy, vedi d’annà a fatti fottere che mo’ te strappo le gambe e te ce pijo a carci in culo! Poi vedi come t’abballi er varzer“ e jo ammollato due sganassoni pure a lei.

Aho Ivà, l’ho gonfiata come ‘na zampogna de Natale.

Ivà nu’o so perché ma l’omo mio da quella sera nun se fatto più vede, manco dar fruttarolo. M’ha mannato un messaggio ar cellulare dove c’e sta scritto

“Sono profondamente addolorato che si sia così tanto alterata. Mi spiace cara signora, ma non tollero alcuna forma di violenza. Addio”

Da alora me sto a  spugnà da ‘a disperazione e da ‘a solitudine amorosa, Ivà, ho forse sbajato quarcosa nell’approccio ?

Me firmo Flaminia, core abbacchiato.

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 Mia benevola Flaminia

Permettimi di darti un consiglio: non prendertela per costui, non ti merita minimamente, come si può infatti ignorare una così focosa gentildonna?

Pensa che  anche io ebbi un tempo a che fare con una tenera signora testaccina che  aveva due fissazioni: la “maggica” e il sesso.

Erano anni di febbrile speculazione edilizia e la dolce dama intrallazzava con palazzinari privi di ogni scrupolo. Io me la cavavo partecipando con assiduità alle feste e ai ricevimenti dei portaborse,  più che altro le servivo per dare un po’ di charme alla sua vita piena di impegni, fondi neri e abissale volgarità: la portavo a cena nei migliori locali e a ballare languidi slow nei night, era magnifico, facevamo una vita molto al di sopra le righe e soprattutto pagava sempre lei, anche se ogni domenica mi toccava sorbirmi le partite della Roma.

E’ allora che mi sono fatto il corredo di biancheria per la casa.

Bei tempi, la cosa ebbe fine quando la gentil signora si accorse che intrattenevo relazioni sentimentali anche con la sua più accanita rivale, della dinastia Cecioni di Torpignattara, anch’essa attivamente impegnata nel settore edilizio.

Diciamo che fui cacciato a brutte parole e anche qualche gesto di inaudita violenza per una signora, ma riuscii a mettere in salvo il corredo che ancora custodisco nell’armadio con la canfora e la corteccia di cipresso.

Questa esperienza mi ha insegnato molto sul carattere delle donne capitoline e ho imparato il senso del profondo rispetto che meritano, specialmente quelle un po’ manesche.

Io credo che tu meriti più di un bellimbusto che se la fa con due donne e le porta a ballare a targhe alterne, tu meriti di essere amata come sei, con la tua sensibilità e fragilità. Però lascia perdere i sogni o meglio, apri gli occhi e guarda la vita reale e forse i sogni potranno realizzarsi veramente: potresti cercare nelle palestre di pugilato fra qualche boxeur suonato o alla libera uscita della caserma dei guastatori, o anche fuori dallo stadio potresti individuare tra i capipopolo degli ultrà qualche teppista con cui intraprendere una eterea e platonica storia sentimentale.

Ti auguro le cose più belle

Per curiosità, puoi dirmi qual è il fruttarolo da cui ti servi, vorrei evitarlo.

Grazie

La posta del cuore: tanguera arrabbiata

Esimio professor Libanore della posta del cuore, sono proprio arrabbiata.

Io e il mio uomo siamo andati a lezione di balli argentini per due anni di seguito, ogni lunedì e giovedì dal maestro Don Diego de La Vega e solo adesso siamo diventati autosufficienti. Finalmente ci possiamo permettere di andare a fare delle belle milonghe in giro per le sale da ballo e far morire di invidia chi ci guarda.

Lui però da un paio di mesi  si è messo a soffrire di emorroidi e da allora non si riesce  a cavare il famoso ragno dal buco. Quando balliamo ha una paura incredibile, tiene lo sguardo perso e timoroso, sembra paralizzato e non vuole chiudere le gambe neanche a piangere, mi dica lei che è un esperto come si fa a ballare decentemente in questo modo, come possiamo andare il venerdì sera alla tanguera se questo mi sta  perennemente a gambe larghe e fa mille smorfie di sofferenza.

Lui insiste a non volersi operare perché si vergogna, ma nello stesso tempo non rinuncia alle nostre serate di ballo perché ha paura che lo pianti per mettermi con Piercarlo che è tanto che mi fa la corte e che balla pure bene.

Io dico che se le emorroidi se le fosse fatte venire due o tre anni fa sarebbero stati fatti suoi e anche fatti intimi, ma proprio ora non ci stava, non lo doveva fare ora che possiamo far vedere a tutti quanto siamo diventati bravi.

E poi, che sarà mai ! sapesse quante dobbiamo sopportarne noi donne, altro che emorroidi !

Mi dica come devo fare per farlo ballare decentemente senza tante storie. Guardi un po’ se gli dice qualcosa lei che è così autorevole.

Sua arrabbiata

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 Mia cara tanguera non ti arrabbiare

La tua missiva mi riporta indietro di molti anni a un’estate trascorsa in quel di Bagnara Calabra. Facevo l’aiuto cuoco nel campeggio Miramonti, si chiamava miramonti anche se era sul mare perché il proprietario aveva nostalgia della Val Sugana dove aveva fatto il militare, il periodo più bello della sua vita.

C’era una cameriera di nome Carmela, bella tosta e abbronzata con capelli nerissimi e  un accenno di baffi; furono tre mesi di calore e fatica diviso tra la cucina arroventata dai fornelli ed i mucchi di fieno tagliato, arroventati anch’essi dalla nostra passione.

Per tenermi su Carmela mi rimpinzava fin dal primo mattino di cibarie locali  salsicce, soppressate, capicolli, morsello e nduja di Spilinga perché, sosteneva,  “cu mangia i bon’ura, cu nu pugnu scascia nu muru” ovvero “chi mangia di buon ora, con un pugno sbriciola un muro“.

Dentro, sopra e sotto a questo cibo regnavano sempre abbondanti dosi di  peperoncino di Soverato dalle  alte qualità aromatiche e terapeutiche.

In effetti ero perennemente in tiro e Carmela era radiosa e serena.

Ebbene dopo un paio di mesi di questa cura tonificante mi ritrovai con una infiammazione paurosa alle parte basse. Non mi potevo quasi muovere perché il minimo sfregamento con mutande o calzoni mi martirizzava il sopracoscio. Più che focoso ero diventato infuocato e, ti garantisco, non era una goduria, l’unico refrigerio era quando stavo a mollo immerso nello splendido mare calabro.

Finalmente l’estate finì e me ne tonai al nord, ma ci volle un mese a semolino e purea, naturalmente assunti per via orale, per rimettermi in sesto il deretano.

Capisco le difficoltà che provi, ma la sola idea di ballare con l’infiammazione o, mi sia consentito il termine, l’emorroidi, mi fa accapponare la pelle, per questo credo che dovresti avere più pazienza col tuo uomo.

Le emorroidi sono un’esperienza sgradevole per chiunque le abbia provate e la maggior parte delle persone sono piuttosto imbarazzate nel parlarne al dottore.

Bisognerebbe interrompere l’attività danzerina fino a quando non sia sfiammato, se tuttavia non volete perdere l’esercizio ed insisti a farlo ballare procuragli almeno qualcosa in grado di lenire il dolore, magari  ricorrendo a antichi rimedi naturali e casalinghi.

Come primo intervento potresti provare con pannoloni ripieni di ghiaccio sbriciolato da indossare al posto degli slip, poi dovresti amorevolmente preparare con le tue sante manine impiastri a base di erbe varie come la corteccia di pietra, la radice della quercia bianca e la nocciola di strega.

La radice di pietra è conosciuta per la riduzione della pressione interna, la corteccia della quercia bianca serve per rinforzare le vene ed arrestare lo spurgo e infine la nocciola di strega, che non ha niente in comune con la strega Nocciola di zio Paperone, è usata come agente antinfiammatorio, pare infatti che si comporti  come un magnete che attira  all’esterno lo sporco, nel frattempo elimina le tossine ambientali, l’acne e restituisce vigore ai gerani del terrazzo.

Naturalmente avrai l’occasione di dimostrare la tua abnegazione ed il tuo vero interesse nei confronti del tango applicandogli personalmente queste pozioni con periodicità quotidiana, mattina e notte, tramite un delicato massaggio sulla pelle umida attraverso un morbido movimento circolare.

Evita il contatto di questi impiastri con gli occhi e, sopratutto, lascia perdere Piercarlo.

PS
Fai tanti saluti al grande maestro Diego de la Vega.

La posta del cuore: Demetria

Gentile signor Ivano, fermo posta del cuore del SAMBA

Mi scuso se mio italiano non è buono, io sono Demetria della provincia di Ruda Śląska in Polonia e faccio badante a vecchio sporcaccione con tante mani qui in vostro bello paese di Italia da due anni. Lavoro per guadagnare denaro per mettere da parte e tornare in mia Ruda Śląska e conosco solo mia sorella Petrovna che abita in città lontana in Belgio e anche lei badante, ma di donna vecchia bizzosa e non maschiaccio voglioso.

Mio problema è che quando io vado al ballo al locale Frigidaire il sabato sera che è libero da mio lavoro di badante, tutti i maschi che ballano con me vogliono subito pomiciare  e palpare mio culo e mie tette senza perdere tempo invece di fare ballare a me tango e valzer viennese. Io devo difendere me tutto il tempo e tirare calci e schiaffi di arti marziali che io imparato da bimba in palestra militare di Ruda Śląska. Ma a me dispiace vedere uomo a terra dolorante che regge parti basse e dice me “brutta zoccola tornatene a tuo paese” perché io menato forte per difendere mie tette.

Io voglio solo ballare tango e valzer viennese in Frigidaire che è unico sala da ballare in questo paese in Italia dove vive vecchio sporcaccione.

Io grande amante di ballo ma volere sesso solo con mio marito che aspetta in mia città di Ruda Śląska e bada i campi di cavolfiore.

Come posso ballare e basta senza essere palpata in questa Italia di pari opportunità ?

Demetria un poco sconsolata

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Mia cara Demetria

Benvenuta in Italia.

La tua storia mi riempie di nostalgia perché mi riporta indietro di tanti anni quando ancora esisteva quella benedetta cortina di ferro che lasciava nell’arretratezza i paesi che stavano dall’altra parte ed io ogni estate caricavo l’utilitaria di penne bic e calze di nylon e mi facevo un mese di bagordi dalle vostre parti: un anno in Ucraina, uno in Romania, uno in Cecoslovacchia  e così via. Un anno sono pure passato nel tuo magnifico paese, ma onestamente non ricordo proprio se sono capitato a Ruda Śląska, del resto il posto contava il giusto per me e devo dire di non aver mai visto molto del paesaggio.

Mi son fatto tutte le campagne dell’est meglio di Napoleone, vivevo come un re e con le donne era una pacchia senza fine.

Che bei tempi.

Poi è caduto il muro di Berlino e il progresso e la globalizzazione ci hanno portato a questo livellamento incolore e ora tu sei qui da noi e ti trovi in condizioni analoghe ed opposte: anche tu attiri i maschi come le mosche ma non ti accontenti più di due accendini e quattro penne bic, purtroppo i tempi sono cambiati, ma la testa degli italiani no.

Devi sapere che il maschio latino come sente parlare una bella figliuola con accento slavo perde la testa ed allunga le mani, si tratta di un movimento inconscio, un riflesso condizionato presente nei nostri geni profondamente tamarri.

Il consiglio che ti posso dare Demetria è di farti più repellente che puoi: innanzitutto nascondi tutte le forme davanti e didietro con camicioni asessuati tipo vestaglia, metti una cuffia in capo per nascondere le fluenti chiome bionde, non so come sei tu ma quelle che bazzicavo io erano tutte bionde, usa scarpe ortopediche e grossi calzettoni di lana, non tingere unghie  e labbra e cerca di colorare di nero quella bella ed eccitante peluria bionda delle braccia, infine disegna con il pennarello marrone qualche verruca sul bel viso rotondo.

Insomma sarai un vero cesso al Frigidaire, così facendo non ti disturberà nessuno ed avrai ottenuto il primo risultato, ora bisognerà trovare chi ti faccia ballare un tango o un valzer viennese e qui non so proprio cosa dirti, chi vuoi che inviti a  ballare un cesso ambulante ? I maschi ti rifuggiranno come la peste, ma non si può pretendere tutto e subito qui in Italia.

L’unica possibilità sono quegli sciagurati di omuncoli sfigati che se ne stanno negli anfratti del locale nascosti agli occhi di tutti a guardare con invidia gli altri che si divertono, agguantane uno e a trascinalo in pista sperando che sappia ballare decentemente.

Può anche essere poi che nonostante tutta questa mascheratura ci sia qualche  marpione che indovinando le tue vere forme nascoste ti inviti a ballare con il solo scopo di andare al sodo, non so se mi capisci,  beh in quel caso ritengo che un piccolo premio se lo meriterebbe, non credi ?

La posta del cuore: alitosi

Caro Ivano Libanore, fermo posta del cuore, sono un’alitosa depressa!

Sono molto preoccupata a causa delle conseguenze che il mio alito cattivo, soffro di una rara forma  di alitosi acetonica adulterina, ha nei rapporti con gli altri, specialmente con l’altro sesso, ovvero gli uomini disponibili e vogliosi,  specialmente quando si balla un bel lento. Appena apro bocca per sorridere o per dire qualcosa di interessante o di carino questi si mettono un fazzoletto sul viso e qualcuno si piega di lato  e vomita anche gli occhi.

Ho provato molti rimedi, clinici ed empirici, ma sono riuscita solo di volta in volta a trasformare il mio fetore di acetone in fetore di acido fenico, di bottino, di stallatico equino o di viakal.

In questo modo pur essendo piuttosto belloccia, come mi dice sempre mia zia Irina, e sopratutto formosa, non riesco a costruire una relazione sentimentale stabile, che dico,  neanche una avventura, solo qualche fugace sveltina da prendi e scappa.

Sono depressa, se si va avanti così nessuna sala da ballo mi farà entrare per paura di farsi una cattiva reputazione.

La prego mi aiuti lei che ne fatte di cotte e di crude

Alitosa depressa e formosa

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Mia cara formosa, ti chiamo così e lasciamo perdere alitosa e depressa

La flautolenza orale è una jattura  ed  è difficile da combattere, ma  può essere aggirata con l’astuzia e piccoli accorgimenti. Mi ricordo di una mia vecchia fiamma, si parla di molti anni fa, era una ballerina russa che aveva l’alito terribile, era inavvicinabile, ma  un vero schianto che non mi sarei voluto perdere per niente al mondo. Trovai una ottima soluzione standole prevalentemente alle spalle in modo da non respirare i suoi miasmi, mi ricordo che la cosa fu anche molto piacevole tanto da far passar sopra a quel suo piccolo difetto. E siamo andati avanti, o per meglio dire indietro, un bel pezzo, alla fine mi ero quasi abituato all’odore di acetone misto all’aglio che masticava in gran quantità per addolcirsi la bocca.

Ma veniamo a te piuttosto.

Mi rendo conto che il tuo difettuccio rappresenta un ostacolo nelle relazioni interpersonali ravvicinate con gli aspiranti ballerini, ma devo rivelarti che la stragrande maggioranza del genere maschile non gradisce le donne troppo loquaci, anzi, il fenomeno è inversamente proporzionale al desiderio erotico che la femmina ispira: più è discreta ed eccitante meno serve che parli, fidati.

Pertanto quando ti rechi in balera ti consiglio di mettere in mostra tutta la mercanzia di cui disponi, spero che tu sia procace come mi dici, e assumere un aria peccaminosa e misteriosa indossando per esempio una mascherina nera tipo carnevale di Venezia sugli occhi ed un lungo bocchino di ambra da cui far uscire volute di fumo, ne esistono anche di fasulli che emettono fumo sintetico adatti a locali per non fumatori.

Sopratutto dovresti startene zitta e muta a bocca chiusa  e lavorare solo con gli ammiccamenti.

Vedrai che qualcuno di quei grulli che stanno rannicchiati negli anfratti delle sale da ballo timorosi anche della loro ombra rimarrà colpito dalla tua gestualità intrigante.

Ti basterà allora fare il primo passettino, loro non lo faranno mai, e a forza di cenni invitarli al tuo tavolo, infine, sempre in silenzio,  magari con una strizzatina d’occhi o l’indicazione della manina, fatti portare in pista a ballare, e mi raccomando, taci.

Qualche problema potrebbe verificarsi al momento del bacio, per questo ti consiglio ogni dieci o venti minuti di andare  in bagno e fare degli sciacqui orali di sapone di marsiglia alla lavanda, magari mantenendone qualche scaglia fra i denti, tanto per non correre rischi.

Credimi, se anche tu come la mia amica russa ti butterai il problema  dietro le spalle avrai un successo strepitoso.

Fammi sapere come è andata.

La posta del cuore: gelosone

Sono una sposina afflitta da insana gelosia

Le scrivo questa lettera in preda allo sconforto: sono una grande appassionata di ballo liscio, ma devo combattere col mio sposo che è siciliano e geloso da morire.

Lui non balla perché ha i piedi dolci  e non mi ha mai portata in un dancing anche quando eravamo fidanzatini di primo letto per la paura che guardassi gli altri maschi.

Da un annetto, dopo innumerevoli discussioni, ha accettato ad accompagnarmi a ballare, ma una sola volta al mese e solo al Rifrullo, una balera che ha selezionato lui dopo accurati studi.

Si è convinto perché certi suoi parenti siciliani gli hanno raccontato che lì ballano  la mazurca e la polca filuzziana che in origine veniva ballata tra uomini e  che si caratterizza per la presenza di figure staccate come i denzi, i mezzi denzi e le piroette, tutte figure faticose che non inducono in tentazione gli uomini perché sono troppo indaffarati a correre e saltare.

Inoltre nei balli alla filuzzi la coppia si muove in continuazione e velocemente così non c’è modo che il ballerino di turno stringa o palpi la dama. Per questo mi porta al Rifrullo.

Lui sta seduto vicino alla pista e mi lascia ballare però vuole controllare tutti i maschi che mi chiedono,  fa loro un esamino orale e li squadra da capo a piedi e dà o meno la sua approvazione. Poi non mi leva gli occhi di dosso durante tutto il tempo del ballo e mi viene a riprendere in mezzo alla pista appena la musica finisce. Sapessi quanti ne ha scartati e quanti ballerini non vengono più a chiedermi sapendo di dover affrontare questo severo controllo.

L’unico che a lui va bene è un suo prozio materno, un povero vecchio senza denti che fatica a tenersi in piedi e che non è in grado  di fare le piroette  e tanto meno il caratteristico frullone finale che a me piace tanto perché fa girare la testa.

Ora io le chiedo: come posso fare per divertirmi un pochino di più senza fare ingelosire il mio asfissiante consorte.

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 Mia afflitta

La tua storia mi riporta alcuni anni addietro quando me la facevo con una sposina che aveva un marito gelosissimo di Cantù. L’aveva talmente infastidita nella sua costrizione alla  reclusione che ella non trovava di meglio che farmi salire dal terrazzo dei vicini per tenerle un poco di sana e vivace compagnia.

Quante fughe ho dovuto fare quando lui improvvisamente rientrava dall’ufficio e noi eravamo affaccendati sul più bello.

Tutto ebbe termine quando, una di quelle volte di rientri anticipati, saltando giù dal balcone mi ruppi tarso e metatarso del piede destro e mi salvai miracolosamente  strascicandomi fino al motorino che avevo posteggiato dietro l’angolo.

Fu tale la paura che decidemmo di comune accordo di non vederci più, ma ancora oggi la sposina, nel frattempo cresciuta, mi  manda biglietti di ringraziamento per Natale.

Che bei ricordi !

Ma veniamo a noi.

E’ difficile convincere un marito geloso che non si fa niente di male a farsi stringere un po’ durante il ballo, fa parte della coreografia e per noi maschietti c’è molto più gusto quando si brancica la ballerina,

Anche per eseguire una buona mazurca alla filuzzi è necessaria una simbiosi col partner da affinare con l’esercizio, oltretutto questa tecnica particolare non è adatta a vecchi mosci, ma a giovanotti birbanti.

Per tua fortuna tra i nostri volontari del SAMBA ci sono un paio di maschietti un poco fluvi che sono soliti  ballare in coppia maschile secondo le antiche tradizioni filuzziane, in verità ballano in coppia anche il tango e la bachata, ma questa è un altra storia legata alle loro preferenze sessuali.

Ebbene dovrebbero costituire una garanzia per il tuo geloso consorte e, se necessario, per farlo stare tranquillo potremmo dotarli di certificato di autenticità omosessuale.

Per te sarebbe una buona soluzione perché si tratta di due energici e provetti danzatori che, partendo dalla filuzzi potrebbero farti ballare anche tutto il resto e trascinarti in un vorticoso frullone finale. Formereste un trio fantastico e tuo marito si potrebbe fare una birretta con animo tranquillo e rilassato.

Per correttezza deontologica devo precisare che uno dei due compari non è propriamente omo, ma più esattamente bisessuale, in altre parole gli vanno benone sia maschi che femmine, ma questo particolare ti conviene non starlo a raccontare a quel gelosone  del  tuo sposo che tanto non capirebbe e creerebbe un mucchio di problemi.

La posta del cuore: infiammazione

Beneamato signor Libanore, sono Rosa infiammata e afflitta

E’ da qualche tempo che soffro di una spiacevole infiammazione vaginale con prurito, bruciore e pizzicore, e con brutti pallini in rilievo sparsi un po’ dappertutto in quelle zone lì che non sta bene nominare.

Non riesco a dormire da quanto brucia e frizza  e non parliamo di quanto è dispiaciuto il mio moroso che tutte le volte che si avvicina mi vien fatto di scalciare mettendo a rischio anche le sue cosine alle quali sembra tenere tanto.

Lei si chiederà perché mi rivolgo a lei anziché ad un medico, è che mi sembra di avere più confidenza con voi del SAMBA e so che siete in gamba a dare consigli utili, e  poi tutto è nato in una sala da ballo.

Il fastidio è iniziato infatti una domenica, dopo che sono stata un paio di volte alla toilette dei maschi del Rinoceronte Nano, noto locale da ballo della riviera. Quella delle donne era chiusa per allagamento, ed essendo, come al solito, finita la carta ed i fazzoletti mi sono asciugata nell’intimo con la tenda di chiffon della finestra del bagno.

Da allora ho provato di tutto unguenti, pomate, vaselline, impiastri e fumente, e mi creda dottor Libanore, fare le fumente non è stato per niente facile.

Ho letto sull’enciclopedia e credo di essere stata assalita da una colonia di batteri malvagi che dovevano stare appiccicati stretti stretti sulla tenda.

Una volta abbiamo anche tentato di fare sesso col mio moroso in una vasca di acqua calda con camomilla e salvia, ma è stato peggio che mai, si è  slogato una caviglia ed ha tirato un sacco di accidenti; ha detto che non mi voleva più vedere e se ne andato per sempre saltellando sulla gamba slogata.

Non ne posso più, cosa mi consiglia ?

La ringrazio già da ora e la saluto con affetto

Rosa infiammata e afflitta

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Mia cara Rosa infiammata

Mi dispiace molto che tu soffra di codesti bruciori.

La tua missiva mi ha riportato molti anni indietro quando frequentavo assiduamente e con discreto profitto  il bordello clandestino di via del Gelso nella mia ridente cittadina e mi davo da fare con una stangona friulana bella e tosta che ogni tanto aveva infiammazioni di codesto genere a tutte le uscite, regolamentari e non.

Lei si curava con impacchi di malva e ortica, che era un metodo insegnatole da sua nonna, con qualche rischio per chi si avvicinava troppo di urticarsi. Una volta per esempio non seppi resistere alla tentazione di una prolungata sveltina e non prestai sufficiente attenzione alle foglie di ortica che stavano nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Ti confesso che sono andato avanti due mesi a impiastri caldi di Mom, che all’epoca  non era così morbido e rinfrescante come il gel di oggi, che peraltro uso ancora con ottimi risultati per combattere la calvizie, ma era un polveraccia appiccicosa e puzzolente

Ma veniamo al tuo problema.

Il mio consiglio e che tu lasci perdere gli uomini per un bel po’ da quella parte e ti dedichi alla meditazione ascetica tipica di alcune religioni orientali che porta l’uomo e anche la donna verso il controllo della propria fisicità.

In pratica dovresti astenerti da frequentazioni intime maschili almeno per tre mesi compreso i festivi, quindi stai lontana dai locali da ballo e accontentati di ballare davanti allo specchio, possibilmente a gambe larghe per evitare sfregamenti involontari.

Se proprio ti scappa di andare in balera vai a cercare quei disperati nascosti nei cantucci bui che si mangiano le unghie e guardano con invidia gli altri ballare  e rintronali di discorsi, tanto con loro non rischi niente, piuttosto fatti pagare qualcosa da bere o una pizza, sempre se non hai infiammate anche le gengive.

Sopratutto stai lontana da me fino a quando non sei del tutto guarita, grazie.