La posta del cuore: infiammazione

Beneamato signor Libanore, sono Rosa infiammata e afflitta

E’ da qualche tempo che soffro di una spiacevole infiammazione vaginale con prurito, bruciore e pizzicore, e con brutti pallini in rilievo sparsi un po’ dappertutto in quelle zone lì che non sta bene nominare.

Non riesco a dormire da quanto brucia e frizza  e non parliamo di quanto è dispiaciuto il mio moroso che tutte le volte che si avvicina mi vien fatto di scalciare mettendo a rischio anche le sue cosine alle quali sembra tenere tanto.

Lei si chiederà perché mi rivolgo a lei anziché ad un medico, è che mi sembra di avere più confidenza con voi del SAMBA e so che siete in gamba a dare consigli utili, e  poi tutto è nato in una sala da ballo.

Il fastidio è iniziato infatti una domenica, dopo che sono stata un paio di volte alla toilette dei maschi del Rinoceronte Nano, noto locale da ballo della riviera. Quella delle donne era chiusa per allagamento, ed essendo, come al solito, finita la carta ed i fazzoletti mi sono asciugata nell’intimo con la tenda di chiffon della finestra del bagno.

Da allora ho provato di tutto unguenti, pomate, vaselline, impiastri e fumente, e mi creda dottor Libanore, fare le fumente non è stato per niente facile.

Ho letto sull’enciclopedia e credo di essere stata assalita da una colonia di batteri malvagi che dovevano stare appiccicati stretti stretti sulla tenda.

Una volta abbiamo anche tentato di fare sesso col mio moroso in una vasca di acqua calda con camomilla e salvia, ma è stato peggio che mai, si è  slogato una caviglia ed ha tirato un sacco di accidenti; ha detto che non mi voleva più vedere e se ne andato per sempre saltellando sulla gamba slogata.

Non ne posso più, cosa mi consiglia ?

La ringrazio già da ora e la saluto con affetto

Rosa infiammata e afflitta

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Mia cara Rosa infiammata

Mi dispiace molto che tu soffra di codesti bruciori.

La tua missiva mi ha riportato molti anni indietro quando frequentavo assiduamente e con discreto profitto  il bordello clandestino di via del Gelso nella mia ridente cittadina e mi davo da fare con una stangona friulana bella e tosta che ogni tanto aveva infiammazioni di codesto genere a tutte le uscite, regolamentari e non.

Lei si curava con impacchi di malva e ortica, che era un metodo insegnatole da sua nonna, con qualche rischio per chi si avvicinava troppo di urticarsi. Una volta per esempio non seppi resistere alla tentazione di una prolungata sveltina e non prestai sufficiente attenzione alle foglie di ortica che stavano nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Ti confesso che sono andato avanti due mesi a impiastri caldi di Mom, che all’epoca  non era così morbido e rinfrescante come il gel di oggi, che peraltro uso ancora con ottimi risultati per combattere la calvizie, ma era un polveraccia appiccicosa e puzzolente

Ma veniamo al tuo problema.

Il mio consiglio e che tu lasci perdere gli uomini per un bel po’ da quella parte e ti dedichi alla meditazione ascetica tipica di alcune religioni orientali che porta l’uomo e anche la donna verso il controllo della propria fisicità.

In pratica dovresti astenerti da frequentazioni intime maschili almeno per tre mesi compreso i festivi, quindi stai lontana dai locali da ballo e accontentati di ballare davanti allo specchio, possibilmente a gambe larghe per evitare sfregamenti involontari.

Se proprio ti scappa di andare in balera vai a cercare quei disperati nascosti nei cantucci bui che si mangiano le unghie e guardano con invidia gli altri ballare  e rintronali di discorsi, tanto con loro non rischi niente, piuttosto fatti pagare qualcosa da bere o una pizza, sempre se non hai infiammate anche le gengive.

Sopratutto stai lontana da me fino a quando non sei del tutto guarita, grazie.

S.A.M.B.A.

L’Associazione di Mutuo Soccorso Ballo Amico in acronimo A.M.S.B.A., meglio conosciuta con il più simpatico e ammiccante S.A.M.B.A., è una associazione di volontariato senza fine di lucro, nata con lo scopo di aiutare il prossimo che si trova in difficoltà esistenziali, proprio come la Croce Rossa, la Misericordia o Amnesty International.

Diciamo subito che opera con un profilo più basso e con finalità molto più semplici: sollevare dalle ambasce i ballerini soli o frustrati da delusioni cocenti, prima che compiano qualche gesto inconsulto e irreparabile, tipo smettere di andare e ballare.

Per questo fra i finanziatori occulti del S.A.M.B.A ci sono anche locali notturni e dancing che, se da un lato generano lo scoramento e le difficoltà de soggetti più deboli  con la dura legge delle balera, dall’altro cercano di porvi rimedio temendo di perdere una buona fetta di mercato, quella degli sfigati.

Tutto è nato un paio di anni or sono nella nostra ridente cittadina, grazie all’incontro occasionale e fortunato tra un’aspirante ballerina con disponibilità economiche e pochi ammiratori ed un vecchio avanzo di balera sul punto di andare in disarmo.

Lei è Petronilla Dehò, della quale parliamo in un’altra storia, lui è Ivano Libanore,  giramondo in pensione con tanto tempo libero, scapolo impenitente e sincero ammiratore di tutto il genere femminile.

L’incontro del tutto fortuito tra i due avvenne nel noto locale Baiadera nella ex zona industriale ora trasformata in area a rivalutazione ambientale, come dire che non c’è nulla.

Petronilla, al termine di una ennesima serata trascorsa in attesa di qualche disperato che la facesse ballare, incrociò lo sguardo compassionevole di Ivano, noto tombeur de bal, cacciatore di balle, che, impietosito, la coinvolse in una serie di ballabili ritmati composta da due fox trot, una viennese e una beguine, una sequenza che avrebbe distrutto qualunque ballerino della domenica, ma che per Ivano era semplice routine.

Lui infatti era nato dall’unione instabile tra una madre entreneuse ed un padre puttaniere ed era stato svezzato in balera, aveva frequentato locali di tutti i generi dall’età di quattro anni e sapeva ballare tutto quanto, ma veramente tutto, anche il rumore del passaggio del treno o il suono delle campane a festa della domenica. Ora aveva sessantacinque anni, una esperienza enorme e poca voglia di mettersi in gioco; vivacchiava navigando tra locali e localini a guardare gli altri, sparare giudizi e votazioni ai ballerini e spargere pillole di saggezza che nessuno stava a d ascoltare.

L’incontro tra i due si trasformò in una piacevole chiacchierata perché erano tipi di ampie vedute e basso profilo, e non viceversa, e parlando del più e parlando del meno Petronilla fece cenno alla sua difficoltà nel reperire materiale umano che la facesse ballare.

Ivano era chiaramente un esperto in materia e, trattandola con  dolcezza come una figlioccia, le spiegò le leggi immutabili della seduzione, che poi  sono quelle applicate inconsapevolmente in balera.

I due si dettero appuntamento alla settimana successiva per un altro giro di balli amichevoli, e così via, mentre nella testolina mora di Petronilla, testolina sveglia allenata a sogni e congetture, si stava affacciando un’idea bislacca: quella di fare incontrare cuori solitari non per far nascere amori, era troppo pudica per pensare a queste cose,  ma semplicemente per fare quattro salti in padella, volevo dire in pista.

Ivano si mostrò interessato assai dell’idea, era un modo per sentirsi ancora impegnato in qualcosa di utile, e fu così che si buttarono entusiasticamente nel progetto.

Così per caso e per amore del prossimo, nacque questa società che Petronilla organizzò subito con poche regole ferree: solo volontariato, niente sesso,  non più di un appuntamento, e, soprattutto, niente furbacchioni.

Per far capire lo spirito che anima l’associazione riporto la locandina  del S.A.M.B.A. come appare sulle pagine del quotidiano locale e sui volantini appesi nei bar e alla stazione dei pullman.

“Hai serate libere ? Sai  mettere insieme quattro passi di mazurca o un semplice giro a destra di valzer ? Sei sufficientemente educato e gentile  da sostenere una conversazione per un paio d’ore con un occasionale compagno di ballo che potrebbe rivelarsi non particolarmente fascinoso ? Vuoi renderti utile al prossimo in modo non convenzionale senza avere a che fare, iddio ce ne scampi,  con poveri, ammalati o, peggio ancora, immigrati non regolarizzati ?

Il S.A.M.B.A. fa per te.

Il nostro motto è  – Buttati subito in pista ! C‘è qualcuno che ti aspetta”

La regola del S.A.M.B.A. è intervenire con soluzioni mirate e immediate caso per caso, senza favorire nascite di relazioni, né sfruttamento di alcun genere.

Una specie di banca del ballo dove al bisogno ci si rivolge per avere dritte su come muoversi, dove andare a cercare compagnia danzante, come risolvere problemini di alitosi o di compresenza con il prossimo.

Ad ogni bisogno una risposta su misura, dice Petronilla, e Ivano, che ne ha viste di cotte di crude, fruga nella memoria e trova una strada per indirizzare il problema verso una soluzione.

Così ha iniziato facendo lo sparring partner per signore non accoppiate che si sentivano non desiderate, proprio come Petronilla. E’ bastato un mese di intense frequentazioni di balere e dancing con Ivano che faceva ballare tutte le donne sole e spiegava le regole del S.A.M.B.A. per far decollare l‘associazione.

Tre o quattro femmine entusiaste si sono subito offerte come volontarie per ricambiare il servizio a maschi solitari e depressi, alcuni dei quali a loro volta hanno aderito e, con coraggio e la scusa del volontariato, hanno ampliato il giro degli assistiti,  così il giro si è allargato a macchia d’olio e a chiazza di leopardo.

Certo all‘inizio ci sono state delle incomprensioni:  una delle volontarie, un vero  cesso,  sfruttava la propria posizione di socia del S.A.M.B.A. per invitare a ballare uomini  tranquillamente seduti al loro posto, che appena squadrata scappavano a gambe levate, questa pubblicità negativa è stata rimediata togliendo la poverina dalla pista e assegnandole mansioni di centralinista.

Un paio di  volontari maschi troppo furbi hanno tentato di agganciare donne sole con promesse di gite premio o impiego part time nel S.A.M.B.A. e sono stati radiati con ignominia.

Si è poi scoperto che un certo Anselmo  spacciandosi per socio S.A.M.B.A. chiedeva cinque euro a polka ad una sciagurata dislessica che nessuno faceva ballare per paura di avere  pestati i piedi.

Ma si sa, sono i prezzi da pagare nelle aziende giovani che devono trovare un assestamento nel mercato.

Oggi il S.A.M.B.A. conta ottantasei iscritti sparsi nelle sale da ballo della provincia e undici volontari, sei donne e cinque uomini, che si prestano a interventi di ogni genere in materia di ballo: dal ripasso delle figure del tango a serate a tema, da animazione di feste in casa, a cure di casi particolari, sempre una sola volta per cliente e sempre sopratutto gratis e col sorriso sulle labbra.

Ivano non fa più molte serate, adesso  fa il maestro di  vita con gli altri volontari maschi e insegna mossette e galanterie da sala. Se ne sta parecchio tempo in ufficio a leggere la posta del cuore dei tanti clienti e ad ideare nuovi metodi di seduzione da applicare ai suoi casi.

Petronilla è la fondatrice, la presidente e l’anima del S.A.M.B.A., non lavora più nell’azienda di water closed del padre, ora  è presa  a tempo pieno dalla sua associazione grazie alla quale si sente realizzata e finalmente dentro al suo mondo.

Adesso non aspetta più che qualcuno le chieda di ballare: il sabato sera si taboga da donna fatale, tutta truccata e agghindata,  e va  nelle sale a reclutare volontari. Del resto il lavoro è lavoro !