Ecchec………….

Eccheccazzo lo chiamano così perché ha questo intercalare particolare che sputa fuori ogni dieci parole in un linguaggio sconnesso tipico di chi non solo non ha studiato, ma si è sempre rifiutato di imparare qualunque cosa,  il suo vero nome però è Ernesto, “come Che Guevara”  dice lui, confondendolo con un calciatore peruviano del River Plate.

Ernesto è un bruto, un animale privo di lessico e grammatica, e anche di una qualsivoglia forma di educazione, abituato a chiedere le cose direttamente senza troppi giri di parole che sia il pane al fornaio, le sigarette al tabaccaio o un giro di ballo a una damigella seduta al tavolo del Risciò, un locale da puttanieri nei pressi delle terme che frequenta la domenica sera: donne ingresso libero, uomini venti euro con bevuta e tanta robina di seconda e terza mano, si fa per dire, da guardare con bramosia ed invitare in un allacciato ballo del mattone.

Lasciamo perdere lo stile del ballo, a Ernesto della tecnica di base, dei passi e delle figure non gliene frega niente, come non è in grado di distinguere un tango da un valzer, tanto lui balla tutto allo stesso modo, afferrando subito in una stretta letale la malcapitata e spingendo avanti le cosce  “Eccheccazzo, siamo qui per rimediare non per fare mossette da finocchi “ è la sua filosofia piuttosto elementare.

Si presenta in sala agghindato col vestito della domenica, un gessato comprato all’outlet,  grigio con strisce bianche tanto larghe che pare un carcerato, scarpe a punta e camicia aperta sul collo, impomatato e profumato di colonia al pacciuli.

Si piazza su uno sgabellone del bar e ordina subito una sambuca con la mosca.

“Eccheccazzo, non c’è giro stasera mi pare “ vocia al barista che fa cenno di si con la testa, poi si mette a scrutare scientificamente metro per metro la sala in cerca di qualcuna da trascinare in pista col suo fascino da uomo delle caverne “niente fronzoli effeminati di chiacchiere e sguerguenze, eccheccazzo”.

Inquadratane una nel mirino non pone tempo in mezzo e si avvia rapido verso la sventurata,

Ernesto di modi spicci e grevi che quando si avvicinava al tavolo dove sta seduta una femmina per rinvitarla a ballare partiva sempre con un “andiamo !” accompagnato da un movimento della testa, ha avuto nel tempo centinaia di rifiuti e rispostacce fino a  convincersi a cambiare tattica e moderare i toni. Qualcuno con uno sforzo disumano gli ha spiegato un po’ di buone maniere, ora si presenta con un “permette signora” decisamente forzato e molto formale al quale però, se segue un tentennamento della dama, fa seguito un energico “allora, ti decidi o no, eccheccazzo”  che non promette niente di buono.

Qualche coraggiosa o distratta accetta l’invito, diciamo non più del due per cento di quelle a cui chiede, e si incammina verso il supplizio: appena lo sentono stringere e spingere il bacino si rendono conto  di che pasta è fatto “tu vedrai che la sentono la differenza  fra un gne gne gne di ballerino rifinito e uno sodo come me”  si illude lui,  ma ormai l’errore è stato fatto e per buona educazione non si molla il ballerino a metà ballo a meno che questi non allunghi le mani per tastare dove non è consentito.

Con Ernesto ogni tanto accade anche questo obbrobrio e di conseguenza vola qualche sberla di femmine infuriate alle quali Ernesto risponde con aria stupita “eccheccazzo vieni a fare a ballare se non ti garba pomiciare !“ che rappresenta poi la sua regola di vita sociale.

E’ evidente che Ernesto non raccatta molto, non è insomma molto popolare come cavaliere, se la cava un po’ di più con certe tardone allupate che piglierebbero volentieri anche un  maniaco  pur di passare la serata in compagnia e che abbondano al Risciò. Con una di queste, di nome Donata,  si è piano piano instaurato un rapporto fatto di maniere brusche e schiette, strofinamenti nel mezzo della pista e palpate sulle poltroncine fino a amplessi furibondi sui sedili della opel tigra di lui parcheggiata nel piazzale vuoto dell’ipermercato.

Non si può dire sia una coppia anche se a forza di esclusioni e rifiuti delle altre è rimasta praticamente la sola a dargli spago, diciamo che non ha fatto fatica a sbaragliare la concorrenza.

La Donata del resto si accontenta di poco:  dopo una vita burrascosa ed una fama di ragazza poco seria  meritatamente conquistata sul campo, si e ritrovata sola proprio nell’età di mezzo e con un fisico che la tradiva debordando in diversi punti.

Con cellulite, smagliature e dieci chili di troppo distribuiti fra seno e fianchi diventa difficile poter scegliere l’uomo per la serata, anzi diventa difficile che qualcuno ti scelga per la serata, così Ernesto le va di lusso, non è così male come sembra, basta saperlo prendere e sopportare qualche ruvidità, ma, suvvia, non siamo educande !

Perché racconto di lui ? Perché lo conosco da una vita e so che in fondo, ma proprio in fondo, è un brav’uomo, migliore di quanto appare e fa un po’ tenerezza vedere che mette quasi paura agli estranei mentre sotto sotto è un timido. Certe volte ho dovuto scusarmi con gli altri per il suo comportamento greve, altre l’ho difeso dalle malelingue e dagli scherni, un paio di volte l’ho portato via di peso prima che lo menassero.

Insomma io gli sono un pochino amico e lo sopporto, c’è di peggio nella vita, e poi sono convinto che non si può giudicare sempre  dalle apparenze, eccheccazzo !!!!

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