Il Grillo

 

Il Grillo
Via Montalbano, 284 – Cantagrillo (Pistoia) tel. 0573.527274
Quando si balla  
sabato sera liscio e revival con piccola orchestra
Prezzo  
inferiore a 10 euro
Pista da ballo  
12 passi x 6 passi
Parcheggio  
ampio alle vicine piscine
Dove si mangia  
Pizzeria il Grillo a venti metri di distanza, comunque a mezzanotte funziona un servizio ristoro compreso nel prezzo, alla buona ma che sfama

In questo mio microcosmo di invasati ballerini può accadere che si vada in pizzeria a farsi una discreta pizza al tagliere, e che, a pancia piena, il solito mattacchione annusi aria di musica e ballo e scopra che due porte più in là, al primo piano di un edificio che ospita il bar, esiste una balera sconosciuta.

E più balera di così non si può.

Il Grillo si chiama, come la pizzeria del tagliere suddetto, il bar e la pizza speciale del cuoco e pure il paese che porta il romantico nome di Cantagrillo, ricordi di campagna e dolci suoni della natura.

Grillo è il nome comune di alcuni ortotteri della famiglia Gryllidae della superfamiglia Grylloidea: i più conosciuti sono il Grillo canterino, il Grillo del focolare, il Grillo silente, il Grillo dei boschi, il Grillotalpa e il Grillo parlante di Pinocchio.

Ovviamente nel nostro caso si tratta del Grillo canterino da cui l’etimologia del paese e da cui l’allegra predisposizione al sorriso degli abitanti detti  cantagrillini.

La balera di questa sera è uno stanzone rettangolare al primo piano, arredato con sedie e tavoli in plastica da giardino disposti ai quattro lati di una piccolissima pista da ballo.

Alle finestre tendaggi da roulotte con decorazioni giallo ocra  e marroncino, sui tavoli tovaglie di plastica arancio, al soffitto festoni di lampadine multicolori e alle pareti manifesti appiccicati col nastro adesivo dei gruppi musicali che verranno.

Quattro ventilatori a pale ci guardano dal soffitto tentando invano di rinfrescare l’ambiente.

Il pavimento è in piastrelle quadrate di monocottura avorio, tre colonne in stile classico, che non ci incastrano niente col resto, campeggiano su un lato, suppongo per sostenere il solaio, non certo per far sbattere le corna ai ballerini perché qui ci si vuol bene.

Ad un angolo un palco di due metri per due ospita l’orchestrina che, per questione di spazio, non può essere composta da più di due elementi

Accanto al palco si apre una porta (portapertaperchiporta) che dà su un magico e misterioso stambugio: un po’ cucina e un po’ lavanderia, calzolaio, officina e bazar, deposito e garage, rimessa attrezzi e ferramenta, dal quale a mezzanotte  il panciuto gestore attinge a piene mani tavoli e tovaglie, bevande e vettovaglie per rifocillare amorevolmente i ballerini, e ricchi premi e cotillons per le lotterie enogastronomiche.  Sopra la porta campeggia il motto che meglio rappresenta il locale “Qui si mangia si beve e si mette trapeli”.

Sembra di essere capitati per sbaglio a una festa in casa, un ritrovo di parenti e amici da sempre,  eppure non siamo trattati come intrusi, ma come cugini alla lontana, venuti fino quassù a trovare zie e nonni.

Si perché si tratta di avventori non di primo pelo, dai sessanta fino a limite di sopravvivenza, ottanta, novanta, centodue e chi più ne ha più ne metta, si potrebbe dire “diversamente giovani”, che sembra quasi un complimento.

Ci stanno un centinaio di persone compresse e  non c’è molto spazio per ballare ma la famiglia allargata degli habituè, scorre tra roteanti beguine e strascicati fox, non disdegnando balletti di gruppo che fanno tanto bene alle articolazioni. E non pensate che non si sappia ballare a modo, qui nessuno va fuori tempo e se i passi sono forzatamente piccoli non manca né energia né buonumore.

E’ una sala allegra, la gente ci viene col vestito della domenica e si diverte un mondo con poca spesa e se voi non vi divertite vuol dire che non avete capito lo spirito e non vi sentite anche voi un po’ parenti di tutti.

E’ un rifugio antiatomico contro gli eccessi del berlusconismo.

Giudizio

Mi piace l’idea, l’utilizzo e lo spirito di questo posto e soprattutto mi piace vivere in una città dove questi luoghi sopravvivono e  vegetano, quasi nascosti per non essere normalizzati dal progresso.

Ogni quartiere dovrebbe avere il suo Grillo, molto più socializzante del campo di bocce o della coda in attesa dal medico curante.

Da venirci a scopo terapeutico quando il mondo ci porta a pensare che la terza età sia solo tristezza e solitudine.

Un ballerino

 

 

 

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