Lezioni di ballo fai-da-te:Ballo sardo

Buongiorno, sono l’architetto e maestro di ballo Isidoro Polvani ideatore del “Metodo di ballo semplificato fai-da-te del maestro e architetto Isidoro Polvani, del Foro di Bagno a Ripoli”.

In questa bella mattina di sole voglio esporvi le regole che faranno di voi, amabili ed annoiate dame, delle vere e proprie ballerine etniche spendibili su tutto il territorio nazionale: il ballo sardo.

Ci sono una infinità di tipi di ballo sardo: Su Ballu Tundu, A Passu, Su Ballu Seriu, Su Ballu Antigu, Su Dillu, Su Ballu Corridore, Su Passu Torrau, Su ballittu de Tiligheddu Pintu e tutto quello che comincia  per Su e poi qualche altra cosa.

Praticamente ogni paese ne ha uno specifico, che dico, ogni rione di paese, a volte anche la singola strada e il singolo condominio ne ha uno caratteristico  tramandato negli anni, ben prima che fosse edificato il palazzo perché magari trae le proprie origini da un certo appezzamento di terreno, detto podere. La società di studi di etnocoreologia sarda associata ne ha tentato una classificazione arrivando al numero di due milioni e trecentocinquantamila, praticamente uno e mezzo per ogni abitante dell’isola.

Non sapendo cosa scegliere fra tanta abbondanza di proposte applicheremo il collaudato metodo semplificato fai-da-te e ce ne faremo uno tutto nostro appioppandogli una tradizione, che so, di cento o duecento anni per renderlo interessante e farlo rientrare nelle sovvenzioni regionali a fondo perduto.

Suggerirei di chiamarlo Su Appartamentu Vista Flumen, in sardo fiume si dice flumen.

In questo caso il luogo naturale di esecuzione del ballo sarà il  tinello con angolo cottura della mansarda di una palazzina abusiva edificata negli sessanta con una vista mozzafiato sul fiume, che dovrebbe corrispondere più o meno a casa vostra.

Ho detto tinello e mansarda perché per questo genere di ballo non sono richieste grosse superfici, risulta quindi adatto anche alle signore meno fortunate che risiedono in appartamenti dai cinquanta metri quadri in giù, praticamente dei buchi.

Questo ballo sardo, che non nasce propriamente in Sardegna ma dove capita, si dovrebbe fare in un numero di persone variabile a seconda di quanti riuscirete a trovarne, si va da un minimo di uno, è un po’ squallido a dire il vero, ad un massimo di quanti ne entrano nel vostro tinello, diciamo trenta, trentacinque pigiati.

I partecipanti non devono superare il metro e settanta di altezza, così sfrutteremo anche la parte più bassa della mansarda, e indossare stivaletti di capretto e pantaloni di velluto, sopratutto d’agosto.

L’arredamento del tinello dovrebbe essere rivisto con l’applicazione di ritagli di sughero alle pareti e piante di agave alternate a composizioni di rosmarino e mirto tali da ricreare la macchia mediterranea. Lasciate solo i mobili essenziali: un tavolo e le sedie nell’eventualità che qualche volta dobbiate pranzare sedute con vostro marito, ma sceglieteli di dimensioni contenute e possibilmente pieghevoli.

Eliminate poi il televisore e sopratutto il computer del consorte che non si addice alle atmosfere selvagge, togliete di mezzo infine tutti i cavi elettrici che vedete in giro e le sue scartoffie, appunti e libri. Invece se possiede canne da pesca potete portarle su dal garage, toglierle dalla custodia  e disporle lungo le pareti in modo casuale magari scrostandole col temperino e arruffando  un po’ le lenze per dare un tocco di vissuto al tutto. Aprite infine la finestra che dà sul fiume per far entrare aria fresca e ponete sul davanzale una forma di pecorino stagionato.

L’ambiente è ora pronto.

E ora i passi del nostro ballo sardo.

Ci si dispone in cerchio con i ballerini che si tengono per mano alternati uomo, donna e si  muovono con andamento circolare sempre verso sinistra. Il cerchio può essere chiuso dalla catena dei ballerini, aperto, frammentato per gruppi o coppie, dipende da quanti siete e cosa vi viene in mente.

Al centro dovrebbero stare i suonatori e almeno due tenores, se non li abbiamo utilizzeremo un riproduttore audio munito di cori tipici sardi; il riproduttore audio va poggiato su un tronchetto di quercia sughera di un metro e mezzo circa che avrete recuperato nel bosco e fatto segare a misura, intorno al tronchetto legherete una pezzola rossa e bianca.

Ricordate, mie adorate signore, che le regole di postura e atteggiamento da utilizzare nel ballo sardo sono serietà, ordine e rispetto, in quanto il ballo svolge anche una funzione terapeutica e catartica, quindi non vi circondate di amiche garrule o compagni chiassosi perché non sta bene.

La postura prevede il corpo eretto con scarsa mobilità della parte superiore ed estrema vivacità degli arti inferiori, accompagnati da tremolii del corpo e delle braccia, più la musica incede e si infiamma più dovrete muovere velocemente i piedi sempre con aria severa, come degli ossessi in un rito di purificazione.

Per un buon risultato coreografico ed un sano dimagrimento il ballo sardo andrebbe ballato per almeno quattro ore continuate fino allo sfinimento, quando il vostro amato consorte tornerà dal lavoro, a sua volta stanco morto, troverà la casa affollata dal corpo di ballo ancora più stanco e più serio di lui, tutti svaccati qua e là per terra o sul vostro lettone, non sarebbe allora male chiedergli dolcemente di tornare fuori  a comperare le pizze per tutti visto che sarete affamati e la forma di pecorino non va assolutamente toccata perché  funge da soprammobile.

E ora, buon divertimento dal sempre vostro Arch. Maestro Isidoro Polvani

Lezioni di ballo fai-da-te: Quadriglia di Maresca

Buongiorno, sono l’architetto e maestro di ballo Isidoro Polvani membro onorario del Foro di Bagno a Ripoli e ideatore del “Metodo di ballo semplificato fai-da-te del maestro e architetto Isidoro Polvani, del Foro di Bagno a Ripoli”.

Oggi, beneamate fanciulle, tenteremo di apprendere le regole di un ballo purtroppo poco noto al grande pubblico, ma di grande effetto scenico e che facilita gli incontri tra le diverse classi sociali, comprese le più abiette: la quadriglia di maresca.

Il posto ideale dove ballare la quadriglia di maresca sarebbe Maresca, ma poiché il ridente paese montano è piuttosto piccolo per accogliere tutti ed è anche fuori mano,  applicheremo le regole del nostro metodo semplificato fai-da-te ed individueremo così una valida alternativa in un bel salone con ampia terrazza a vetrate sul fiume posto al quarto piano di un maestoso palazzo dell’epoca del fascio. Se vogliamo scendere di piani e di soddisfazione può andare anche un garage dove trovi alloggio comodamente una mercedes familiare che per l’occasione dovrà essere parcheggiata in strada. Se non avete la mercedes familiare va bene anche un’altra auto purché sia anche questa parcheggiata all’esterno del garage stesso.

Limite intrinseco della quadriglia di maresca è che non si può ballare da soli e nemmeno in coppia, sarebbe una biglia di maresca, ma bisogna essere almeno quattro o multipli, quindi otto, sedici, trentadue, sessantaquattro, centoventotto, duecentocinquantasei e via  a salire, più siamo meglio è.

Per il nostro fai-da-te quindi dovrete raccattare forzatamente un marito o fidanzato e almeno un paio di parenti, amici, coinquilini o passanti. Se non trovate nessuno provate all’albergo dei poveri e vedrete che troverete sicuramente qualcuno disposto a piazzarsi in casa vostra, e  farete pure qualcosa di utile nella vostra vita futile e vuota.

Individuati i partecipanti al ballo occupiamoci dell’arredamento: se si tratta del garage non ce ne frega niente perché non c’è gusto ad arredare un garage, per cui basterà che buttiate via tutti gli inutili attrezzi di vostro marito, compresi gli sci, e facciate un bello spazio tutto per voi; ricordatevi di  tenere il bandone socchiuso per non creare un ambiente malsano e sudaticcio che non sta bene.

Se invece si tratta del bel salone fate in modo che ci sia più luce possibile spalancando la finestra sul fiume, sostituite poi gli inutili vecchi mobili di famiglia tipo scrittoi, consolle e tavoli in noce chiaro con abbondanti piante di ficus e di rododendro, agli angoli  potete posizionare delle credenzine angolari del seicento di castagno con piedini a cipolla, gli angoli infatti non disturbano il nostro ballo.

Dentro alle credenze sarà messo in risalto un bel servito bianco e azzurro di Sevres e qualche statuina di Capodimonte a tema bucolico, il resto delle suppellettili avanzate stipatele in qualche altra stanza, per esempio nello studio di vostro marito, se avete uno studio o un marito o, in alternativa, nella camera matrimoniale, dalla sua parte del lettone; alle pareti solo quadri con temi campestri e idilliaci.

Avrete ricreato così un ambiente di tipo montano che tanto si addice come sfondo alla quadriglia di maresca ed anche un bello spazio nella vostra sala perché questa danza richiede parecchi metri quadri liberi.

E adesso, mie bambole piene di aspettative, occupiamoci dei passi

La quadriglia si balla al comando di un “maestro di danza” che ordina una serie di figure o meglio manovre a spiccato riferimento corteggiatorio. Nel nostro metodo semplificato sarete voi contemporaneamente ballerina e maestro di danza.

L’abilità del maestro risiede nell’intrecciare le varie figure mantenendo l’armonia e la fluidità del ballo; le manovre più antiche sono molto semplici ma nello stesso tempo di grande effetto; queste sono alternate a comandi di esclusione grazie ai quali il maestro durante il ballo elimina le coppie danzanti facendone rimanere una sola, inutile dire che farete in modo di eliminare tutte le altre coppie ad esclusione della vostra, del resto la casa è vostra e fate come vi pare.

E’ chiaro che se siete due sole coppie la gara finirà molto presto perciò più siete meglio state.

I passi della quadriglia di maresca sono di una semplicità infantile ma sono numerosi e non posso certo elencarli tutti altrimenti non si parlerebbe più di un corso di ballo semplificato. Così vi darò qualche indicazione, diciamo gli ingredienti base, poi starà a voi, come maestra di ballo della serata,  mischiarli in allegre sequenze.

Metteteci quindi:

una serie di allontanamenti e avvicinamenti dagli estremi al centro del salotto,

un presa sottobraccio uomo donna con arrocchettamenti in tondo sul posto,

almeno un paio di girotondi giocosi mano nella mano,

una sequenza di gesti simbolici da mimare col dirimpettaio: schiaffetti, levate di cappello, inchini, calcetti,

almeno uno schieramento frontale con disposizione su due file e scambi di posto alternati tra i componenti,

pacche sui propri fianchi e sul deretano accompagnati da convincenti urletti di gioia

altre cose che vi venissero in mente sul momento, tanto siete voi la maestra di ballo e potete metterci dentro quel che vi pare.

Dimenticavo la  musica: dovrete individuare un pezzo che si chiami quadriglia e farlo suonare dentro il vostro riproduttore audio che metteremo su un bel piedistallo in alluminio anodizzato di color blu elettrico che terrete in bella evidenza all’ingresso del salone. Stessa dislocazione qualora con un colpo di fortuna riusciste a reperire un paio di villani che suonino organetto e ocarina dal vivo. Ma a una certa ora della notte ricordatevi di farli smettere di suonare e di dargli qualcosa da mangiare.

E ora, buon divertimento dal sempre vostro  Arch. Maestro Isidoro Polvani

 

Lezioni di ballo fai-da-te: Macarena

Buongiorno, sono l’architetto e maestro di ballo Isidoro Polvani ideatore del “Metodo di ballo semplificato fai-da-te del maestro e architetto Isidoro Polvani, del Foro di Bagno a Ripoli”.

Dolci damigelle, se vi è piaciuta la mia lezione di ballo fai-da-te sulla polka ne consegue che potreste apprezzare la sua degna prosecuzione: la macarena.

Le caratteristiche principali di questo ballo sono che si può ballare anche da soli ma sarebbe meglio essere in molti, e che ha una origine afro latina e pertanto necessita di sculettamenti che notoriamente le persone di colore fanno meglio dei bianchi e  sopratutto dei gialli e dei britannici. Quindi sapete a chi dovrete pensare quando ancheggiate.

Si tratta di un ballo molto indicato per le casalinghe annoiate con mariti che escono al mattino per lavorare e rientrano a sera tardi stanchi morti e poco briosi.

Potranno esercitarsi a giornata piena per trascorrere il tempo in maniera alternativa e divertente rispetto ad attività più ripetitive quali stirare, pulire a terra, sorvegliare la lavatrice o cucinare le solite minestre.

In questo modo, mie affezionate signore, sarete pronte alla sera, quando lui rientra esausto ed affamato, a mostrargli i vostri progressi di ballo del giorno e vedrete come sarà felice, anche se magari la cena non sarà pronta.

Ci sono due posti dove ballare la macarena: uno per gli esercizi ed un altro per il vero ballo. Entrambi dovrebbero stare allo stesso piano dello stesso palazzo e dentro lo stesso appartamento, quindi  a casa vostra, a meno che non troviate un’amica che vi presta la casa a giornata per farvi piacere, ma poi quando a sera rientra vostro marito nella vera vostra casa la troverebbe vuota e questo non sta bene.

Per fare gli esercizi quotidiani di macarena è necessario un grande specchio a figura intera che potrete collocare in camera  in un angolo tra un paravento decò con cigni bianchi e verdi e la toeletta della nonna con piano in marmo bianco. Fate attenzione a fermar bene lo specchio a terra perché se cade e si frantuma sono sette anni di guai ininterrotti e addio ballo. In alternativa può andare bene l’antibagno  con specchio incassato a mezzo busto e cornice dorata o, se non possedete un antibagno e non potete ricavarne uno velocemente, il vero e proprio bagno facendovi posto davanti allo specchio piccolo tra le bottigliette di tranquillanti ed i dopobarba puzzolenti da quattro soldi di vostro marito.

Lo specchio si rende necessario per provare le figure del ballo che vado rapidamente ad elencare, non prima però di avervi ricordato di posizionare vicino a voi un riproduttore audio con una canzone di macarena dentro.

Appena attacca la canzone iniziate ad ancheggiare come foste una brasiliana in calore, esattamente come fate normalmente per qualsiasi musica latina o caraibica. Le braccia vanno tenute per adesso lungo i fianchi.

I passi da imparare sono nove, tutti molto semplici, quando il cantante inizia a cantare, iniziate a muovervi, magari a tempo che è meglio:

per prima cosa allungate il braccio destro, in modo che sia parallelo al terreno;

poi la stessa cosa col braccio sinistro;

adesso appoggiate la mano destra sul gomito sinistro;

fate altrettanto con la mano sinistra che però devo appoggiare sul gomito destro.

Ora con la mano destra toccate la parte destra del viso, vicino all’orecchio e poi la sinistra vicino l’orecchio sinistro.

Spostate la mano dal viso ai fianchi, muovendo sempre prima la destra e poi la sinistra, rispettivamente sul fianco destro e su quello sinistro ed infine ancheggiate ed ancora ancheggiate e dimenate il bacino e il deretano a più non posso.

Tutto qui.

Come vedete lo specchio è importante per verificare di avere imparato alla perfezione i movimenti. Dopo un mesetto di esercizio assiduo sarete pronte al gran debutto.

Qui entra in gioco l’altro locale da destinare permanentemente al metodo fai-fa-te.

Per questo ballo io consiglio sempre un locale ben arieggiato e luminoso con almeno un finestrone panoramico sul fiume, il colore alle pareti dovrebbe essere caldo come l’atmosfera latina, per esempio ocra e rosso porpora, la tappezzeria del grande divano semicircolare a righe provenzali, un cassettoncino liberty in un angolo con una bella composizione di ortensie essiccate dentro ad un vaso di murano. Eviterei tavoli da pranzo e sedie che intralciano, possiamo posizionare un bel tappeto Bukara di due metri per tre con fondo avorio e disegni verde marcio.

Liberate lo spazio una volta per tutte da altri arredi inutili in modo da creare una bella sala per il vostro svago, magari la tv mettetela nell’ingresso, tanto a vostro marito andrà bene tutto quello che fate. Considerate che per divertirvi davvero con la macarena dovreste essere almeno una dozzina, più donne ci sono meglio è perche sono più garrule e disinibite dei maschi, quindi dovrete convocare amiche  e parenti e spiegare anche a loro le nostre regole del metodo semplificato.

Questi spettacolini potete organizzarli ogni volta che vi prende lo sghiribizzo, senza tener conto delle esigenze familiari per non avere troppi legami e condizionamenti.

Personalmente  li vedo bene la sera dopo cena, magari qualche volta cercate di convincere a partecipare anche vostro marito perché non si annoi troppo tutto solo in cucina, oppure la domenica pomeriggio durante la telecronaca della partita di calcio che è un momento noiosissimo per voi donne, tanto vostro marito potrà guardarsela in santa pace nell’ingresso, specialmente se vi avrete collocato anche una sedia a dondolo in stile thonet ed un plaid scozzese di lana grossa sui toni dell’azzurro.

E ora, buon divertimento dal sempre vostro Isidoro Polvani.

Lezioni di ballo fai-da-te: Polka

Per far cosa gradita a quelle coppie che non possono uscire la sera per frequentare un corso di ballo a causa di bambini, anziani, difficoltà a relazionarsi con gli altri o lontananza dai centri abitati, ospitiamo con soddisfazione una nuova rubrica: le lezioni di “Ballo semplificato fai-da-te del maestro e architetto Isidoro Polvani, del Foro di Bagno a Ripoli”.

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Buongiorno, sono l’architetto e maestro di ballo Isidoro Polvani ideatore del “Metodo di ballo semplificato fai-da-te del maestro e architetto Isidoro Polvani, del Foro di Bagno a Ripoli”.

Le nostre lezioni che sono teorico pratiche, nel senso che io ci metto la teoria e voi la pratica, hanno il vantaggio di utilizzare l’ambiente familiare con notevole risparmio di tempo e denaro e senza la seccatura di dover conoscere altre persone, che non si sa mai come sono. Inoltre si possono fare esercizi a qualunque ora del giorno e della notte, vicini permettendo, e dare una ritoccatina di classe all’arredamento di casa.

E’ necessario solo un minimo di organizzazione degli spazi ed un riproduttore di musica per i pezzi giusti per quello che si sta imparando, per esempio se si sta ballando il valzer è bene non far suonare un tango e viceversa.

Innanzitutto, mie deliziose padrone di casa, procuratevi un appartamento di almeno ottanta metri quadri arredato con gusto e semplicità, meglio se è in centro e con una bella vista sul fiume, pur non essendo questo dettaglio obbligatorio.

Se disponete di una bel salotto spazioso siamo a cavallo, altrimenti andrà bene pure un tinello o due stanze comunicanti con un arco o una porta abbastanza larga da consentire il passaggio in coppia, sono sconsigliabili camere, cucine  e cucinotti, vietati gli angoli cottura, i ripostigli e sopratutto le mansarde, per via della testa.

Poi dovrete occuparvi dell’arredamento, che sarebbe bene fosse sempre in sintonia con l’architettura dell’edificio, e munito di ruote o, in subordine, di feltrini in modo da poter spostare i mobili al centro del locale individuato per l’esercitazione per poi riposizionare negli angoli giusti: dovrete infatti creare un percorso possibilmente rettangolare o ovoidale largo almeno un metro e mezzo e lungo dai dieci passi in su, tutto quel che viene in più è grasso che cola.

Poi togliete di mezzo soprammobili, abatjour, serviti di porcellana o di peltro e cornicette argentate, che ammasserete da qualche parte ed eliminate tovaglie pendenti a terra e tappeti che potrebbero intralciare il cammino, infine togliete le pantofole, sostituitele con un paio di scarpette da ballo e raccomandate l’anima a Dio di non farvi del male

Adesso siete pronti per iniziare

Inizieremo prima di tutto dalla polka, un semplice e tranquillo ballo da fare con rilassatezza nel vostro salotto dopo una giornata di duro lavoro.

In attesa di diventare dei provetti ballerini si può iniziare  a ballare la polka con una sequenza semplice in quattro movimenti: passo – chiusura – passo – saltello, dove per chiusura si intende quella dei piedi, per passo un semplice avanzamento a tempo e per saltello un sollevamento ritmico del ginocchio della gamba che non ha eseguito l’ultimo passo, quindi alternativamente destra e sinistra.

Facile, basta prendere il ritmo giusto, e uno, e due, e tre, e quattro, ma donne, fate bene attenzione a non piazzare la ginocchiata del saltello nei coglioni dell’uomo, cosa molto probabile. Se sentite un croc e vedete il vostro compagno disperatamente piegato in due e senza respiro, smettete di ballare e tornate subito all’acquaio a rigovernare facendo finta di nulla.

Con questa sequenza di passi si va avanti qualche mese perché  è vero che è facile  tuttavia mantenere il ritmo e il garbo senza incocciare i menischi e con un minimo di fluidità richiede tempo e applicazione, specialmente se il vostro partner non ne vuol sapere di ballare con voi a causa delle ginocchiate rimediate.

Quando avrete preso ben benino la dimestichezza necessaria con le assicelle ed i cerchietti potremo passar all’alfabeto vero e proprio come usava una volta in prima elementare, perché voi siete a livello di prima elementare è ovvio, ed attaccare con il giro a destra, detto anche giro naturale.

Aggiungere il giro se avrete confidenza con la base non sarà difficile, basterà coordinare lo spostamento del corpo della donna che dovrà essere accompagnata con delicatezza e decisione sulla destra dell‘uomo, passandole davanti e poi facilitando a lei il passaggio, tutto questo a una discreta velocità  e possibilmente a tempo e non dimenticando  il saltello.

Per questo passo occorre essere precisi e non ondeggiare troppo per non finire addosso al comò, che dovrà essere di noce chiaro finemente intarsiato,  e ribaltare tutti gli oggetti sopra di esso riposti, tipo candelieri, elefantini di vetro, gondoline di Venezia ed altri souvenir che vi consiglio di disporre a ventaglio sul lato sinistro del mobile. Oltretutto l’impatto col comò, che può essere liberamente sostituito da un impatto con madie settecentesche, scrittoi liberty, ribaltine in ebano e tavoli pranzo di cristallo, è piuttosto duro da assorbire per gomiti e ginocchi e potreste dover ricorrere alla cure di un paramedico, è peraltro sempre auspicabile averne uno tra i condomini.

L’esecuzione del giro naturale potrà essere inserita ogni tanto nella sequenza di passi normali, diciamo tutte le volte che vi pare, senza regole, sennò che divertimento è.

L’importante è che eseguiate bene il cambio di posto e scorriate in avanti anziché girare e rigirare su voi stessi stando fermi nell’angolo tra il cassettone rococò e una poltrona a fiori color cremisi con alta spalliera e pouf abbinato, creando uno sbattimento senza  via di uscita che dopo venti o trenta minuti potrebbe annoiarvi.

Se riuscirete a scorrere lungo la vostra stanza, che è anche la vostra linea obbligata di ballo, anche a costo di qualche danno collaterale, potremo andare avanti col programma  e passare all’apprendimento del giro a sinistra o giro rovescio che vi proietterà dritti al livello delle scuole superiori del nostro ballo fai-da-te.

Il giro a sinistra è notoriamente più difficile di quello a destra, anche per i mancini: anche questo va inteso non come un giro, ma come un cambio di posto: l’uomo prima sposta la dama sulla sua sinistra e poi apre il passo in diagonale, col secondo passo le si posiziona di fronte quindi la lascia avanzare e poi si in incrocia un pochetto, poi lei ripassa a sinistra e lui la scansa e quindi ripassa lei, …… insomma un gran casino.

Tutto questo diverse volte finché si riesce a tenere il conto, comunque non andrei oltre la ventina di giri di seguito per non rischiare malori o scrostare l’intonaco dalle pareti.

Vi consiglio di fermarvi sulla pratica dei giri per un bel po‘, diciamo sette, otto mesi di esercizio perché sono la base di una buon programma di ballo. Quando avrete consumato le scarpe e non possederete più nemmeno un soprammobile integro sarà il momento di passare all’università del ballo: la figura chiamata apertura in promenade.

Dopo una serie di giri a destra i ballerini si aprono entrambi e ballano fronte linea di ballo disposti ad angolo ottuso con i lati dell’angolo che si possono aprire e chiudere, mentre la mano sinistra del cavaliere afferra la mano destra della dama per respingerla e recuperarla in coincidenza con i corpi che si avvicinano e si allontanano. E’ un movimento molto grazioso che porta con sé la certezza di rompere qualcosa di affettivo presente nella sala, chessò una piantana, un vaso cinese,  un portaombrelli, a proposito che ci fa un portaombrelli in salotto ?, però ne vale la pena perché siamo in fondo al nostro corso fai-da-te, infatti  l’ultima figura che mi spingo ad insegnarvi sono i

giri simultanei in promenade, e qui siamo al top.

Mentre state seguendo la promenade prima spiegata, potete accrescerne la complessità ed il pericolo girando verso l’esterno contemporaneamente: il giro della dama inizia col piede sinistro; il giro del cavaliere inizia col piede destro. Un giro completo viene effettuato con tre passetti, ed i giri possono essere anche consecutivi e senza limiti di velocità,  e in bocca al lupo.

Benissimo, ora che sapete ballare decentemente la polka  potrete finalmente divertirvi a ballarla in pubblico. Dove ?

Da nessuna parte perché la polka è bandita da dancing, discoteche e night,  e nelle balere e nelle sagre paesane la si esegue al massimo due volte per serata. Tuttavia avrete le carte in regola per imbucarvi in qualche manifestazione etnica di danze popolari occitane, austroungariche o moldave e mischiarvi assieme ai gruppi folcloristici senza che la cosa disturbi, a parte il costume variopinto che gli altri danzatori avranno e voi no.

In più a fine spettacolo potrete aggregarvi al rinfresco offerto ai ballerini dalla pro loco, mangiare a quattro palmenti e inciuccarvi in allegra compagnia, dimenticandovi per una sera delle brutture del mondo.

E ora, buon divertimento dal sempre vostro

Arch. Maestro Isidoro Polvani