04 – Segundo dia: de Santa Iria de Azoia a Vila Franca de Xira

Due tracce divise: la prima fino a Sobradinho 13,29 chilometri in 3 ore e 47 minuti fino alla sosta, poi da Sobradinho a Vila Franca de Xira 6,49 chilometri e 1 ora e 39, per un totale giornaliero di 19,78 chilometri.

Anche i percorsi sono stati a loro volta separati, il primo breve dal Miratejo fino al ricongiungimento col Caminho ed il secondo fino alla fine della giornata.

Alla fine i conti tornano con  quanto previsto: la prima tappa ufficiale del Caminho  di  44 Km è diventata due tappe distinte di 21 e 19 con alcune deviazioni che a forza di taglia, modifica e cuci  hanno portato un risparmio di 4 chilometri e sono diventate adatte alle mie possibilità. Sono molto fiero di questo primo risultato tanto da consigliarlo ai futuri arditi camminatori.

Colazione sobria al Miratejo, a proposito in Portogallo fanno il caffè come in Italia. I primi chilometri sulla statale 10 sono stati molto brutti con un traffico bestiale, molti camion e niente marciapiedi. Ho trovato lì per lì una serie di deviazioni che hanno allungato un poco il percorso ma evitato il più possibile la statale con  più attraversamenti della linea ferroviaria ad alta velocità che sta proprio fra i  maroni del percorso che va un po’ di qua e un po’ di là. Poi un nuovo quartiere in costruzione sul Tago e finalmente il ricongiungimento con il Caminho. Quando ho rivisto la prima indicazione di Fatima mi sono sentito lo zaino più leggero. Dalla Praia des Pescadeores in poi inizia il vero cammino perché fino a questo punto ho attraversato Lisbona e la periferia, le cittadine satellite e la zona industriale, adesso finalmente siamo nella natura.

Praia dos Pescadores

Molti chilometri fra canneti infiniti e una moltitudine di podisti ultraleggeri ed ultrasudati che non salutano, fa molto caldo anche di mattina. Da Alverca, dopo il museo dell’aereonautica, si rientra in una piccola zona industriale e poi di nuovo verso la statale 10 e la malefica ferrovia, ancora un po’ di qua e un po’ di là.

…un po’ di qua, un po’ di là…

Vorrei fermarmi a mangiare qualcosa ma sono uno sprovveduto e non ho portato niente con me e per la strada non si  incontra un bar o un alimentari nemmeno a pagarlo a peso d’oro. Alla fine arrivo in un posto che si chiama Sobradinho che pare un paese popolato e uscendo dalla statale trovo un baretto salutare dove sedermi e riposare un poco, mangiare, farmi una birra gelata e riordinare le idee. Il ragazzo di servizio al  bar, il figlio, appare un poco ritardato, il padre è indaffarato con i tavoli del piano di sopra dove gli operai mangiano e va su e giù per le scale per non trascurare i clienti e nel contempo per dare sostegno al figlio evidentemente impacciato. Mi fanno una tenerezza infinita. Io passo di sfuggita, loro restano qui ! imprimo in memoria questa scena per ricordare sempre che esistono persone che ogni giorno affrontano con pazienza difficoltà enormi.

La prima traccia Gps si interrompe qui e da questo stesso posto parte la nuova traccia che mi condurrà a fine giornata.

Alla ripartenza da Sobradinho incontro Ricardo, l’unico essere vivente con il quale ho socializzato in undici giorni. Un tipo solare.

con Ricardo

L’impatto con Ricardo è stato singolare: questo individuo in tenuta da mare mi stava seguendo da un po’ ed io da vero omarello, soli in mezzo al nulla, cominciavo a temere che volesse semplicemente fregarmi il portafogli, magari dopo una botta in testa, per cui cercavo di stare alla larga e non dare confidenza. A un certo punto visto che mi si era affiancato e non potevo più ignorarlo ci siamo parlati in inglese portogallato.

E come si fa presto a cambiare opinione e atteggiamento.

La storia di Ricardo è questa: sposato e con due figli è partito questa mattina da casa sua a Lisbona, una quarantina di chilometri fa, e intende arrivare a Fatima domani 13 maggio anniversario dell’apparizione ai pastorelli.

“Come farai ?” chiedo io, “camminerò giorno e notte”, dice lui, “e dove riposerai ?” dico io, “dove capiterà” dice, ed io dico: “cazzo!” (in italiano) e lui non risponde ma sorride.

Ora, come farà a fare 150 chilometri in due giorni io proprio non lo immagino nemmeno, ma mi fido di lui: è alto, longilineo e in forma, viaggia con la maglietta della nazionale di calcio portoghese, bermuda e scarpe di gomma, un cappellino e occhiali da sole, l’antitesi del pellegrino sovraccarico e ansimante, un gazzellone dinoccolato, gambe lunghe = falcata ampia.

Ha uno zaino microscopico e la determinazione nelle parole e nella leggerezza con cui cammina. Cavolo se mi piace ! arrivi pure a Fatima o dove lo porteranno le forze, ma quest‘uomo vorrei che vivesse vicino a casa mia e vorrei prendere molte birre con lui, anche senza parlare molto. Amo i sognatori, amo quelli che credono nelle sfide impossibili e questo è uno di quelli.

Non diciamo molto: qualche informazione familiare, qualche considerazione sulla strada da fare e una sana compagnia silenziosa. Dice che suo padre è un poco più vecchio di me  e vive in Algarve dove cammina ogni giorno. “Bene a sapersi”  dico  “a me invece non piace camminare” e lui mi guarda un po’ sconcertato, “allora cosa ci fai qui ?” chiede, “Mah ! non saprei esattamente”, rispondo.

La strada è piacevole, si capisce che poco lontano si sta preparando una festa per la sera, si sentono le prove di un orchestrina e la frenesia di quelli che incontriamo per strada. Arriviamo infine a Vila Franca de Xira, io stanco morto e lui bello pimpante, ma io mi fermo qui e cerco il mio alloggio e lui prosegue. Ci facciamo una foto insieme, questa foto qui sopra, e ci auguriamo un buon camino, e tutti e due ne abbiamo davvero bisogno.

Rifletto sulla diffidenza che ho provato nei suoi confronti e penso che anni fa non sarei stato così, sono diventato cinico e sospettoso con l’età e la cosa non mi piace affatto. Se si fosse presentato Jack lo squartatore abbigliato da pellegrino con scarponi e zaino non avrei avuto alcun sospetto. Che sia diventato un benpensante ?

A malincuore lo lascio, attraverso ancora una volta la ferrovia e sono in paese. Mi consola pensare che da qualche parte di mondo Ricardo esiste davvero.

Girare significa conoscere realtà inaspettate, imparare, condividere anche solo un breve tratto di strada, accenni di vita. E’ fantastico.

Da casa mi inviano un video di Alessandro che inizia a camminare, è  un messaggio per me, ci accomuna questa attività sulla quale siamo entrambi concentrati, ognuno col suo sforzo. Muoversi in libertà è una fortuna che non tutti apprezzano appieno.

Riguardo la foto con Ricardo: sembro incinto, mi vedo brutto, affaticato, goffo; non mi piaccio,  specialmente in questa fase della vita, mi sembra di essere troppo simile al mio anziano fratello dal quale invece vorrei essere completamente diverso in tutto, quasi vorrei non ci fossero elementi che ci accomunano, e invece ! Se lui è veramente la mia proiezione nella vecchiaia sono preoccupato.

Si può essere amici con un fratello, o una sorella ? A me non è capitato e tutto sommato non ne ho mai sentito la necessità, i fratelli me li sono trovati nascendo e così siamo andati avanti per tradizione e  appartenenza. Gli amici me li sono cercati e li ho trovati e più o meno intensamente custoditi, sono stati una scelta inequivocabile.

Pernottamento all’albergue/ostello “Suites & Apartments”, molto pulito ed efficiente e chiusura di serata in trattoria tipica “Espeto Real” (consigliato da Tripadvisor, ma….non mi freghi più).

Mangiato male: zuppa del giorno ovvero acqua bollente con tracce di bietola e “Arroz de Polvo”, specialità locale ovvero riso con moscardini in brodaglia. Mentre ceno alla tv trasmettono in diretta una corrida, una corrida vera intendo, quella con i tori, con giovanotti che per sport uccidono a sangue freddo animali fra le grida di giubilo degli spettatori paganti, con tanto di replay  dei momenti più trucidi. Nella trattoria aficionados locali di mezza età sono molto presi dalla competizione fra toreri con la faccia di bambini e tori condannati a morte atroce, sono esperti e riconoscono toreri e banderilleri. Di corride ne hanno fatte vedere tre di fila. E già avevo mangiato male !

Notte tranquilla, oggi ho preso il sole.

Vila Franca de Xira- lungo il fiume Tejo

Prima di dormire e ancora l’indomani mi vien fatto di pensare ancora a Ricardo: che strada starà percorrendo in quel momento,  se sarà riuscito a raggiungere Fatima per il 13 maggio. E’ la cosa migliore che mi sia capitata oggi.