Il baratto

Felice Cocquio è un dipendente del catasto di trentanove anni, alto e con un portamento da gara da puledro purosangue. È insomma un uomo fascinoso. Ha alle spalle un matrimonio fallito con una pazzoide nevrastenica con manie di grandezza di nome Ivana  con la quale era impossibile vivere e che lo aveva ridotto uno straccio.

Il divorzio gli è costato una franata, ma mai soldi furono spesi meglio.

Lei, dopo esser passata da uno psichiatra a un analista, da un esorcista ad un guaritore sembra abbia trovato un certo equilibrio in una comunità di buddisti del casentino, dove conduce una vita ascetica, si dice, e si accontenta di pochi lussi, cosa che pare un po’ singolare viste le sue abitudini di vita precedenti.

Erano due ottimi ballerini da gara, le volte in cui lei non aveva le paturnie e lo piantava in asso, adesso Felice è un ballerino singolo perché non vuole più sapere di far coppia fissa, né in sala da ballo né  nella vita.

Felice e quasi un uomo felice, il quasi è relativo ai brutti ricordi impressigli dalla ex che, generalizzando, ha esteso a tutto il genere femminile.

Intendiamoci Felice non ha cambiato tendenze sessuali e non si è rinchiuso in se stesso, è soltanto che non vuole più avere rapporti impegnativi con nessuna donna.

Così vive da solo in una casettina di periferia, ma senza una mogliettina semplice e carina, ed è proprio come piace a lui !

Guadagna bene e dopo aver passato gli alimenti a quella pazza della ex, gli resta quanto basta per fare una vita discreta senza sacrifici: orario di lavoro che termina alle due e  tanto tempo da dedicare a se stesso: sport, bei vestiti, e frequentazioni di cinema e bar con gli amici del cuore. Al sabato sera ballo, per gusto e per questione di sopravvivenza.

Felice Coquio è felice del proprio menage e della sua vita affollata di presenze e priva di contenuti, è un uomo trasparente, tanto trasparente da far sorgere il dubbio che sia proprio vuoto, nell’ambiente dicono che è semplicemente un furbacchione che sa come prendere le donne.

Felice balla bene e balla di tutto, classico da sala, latini caraibici e tango, oltretutto è di aspetto gradevole, si veste con eleganza, ha soldini da spendere e non è un micragnoso, tutte cose che piacciono, eccome se piacciono !

Felice ha una gestione amministrativa piuttosto complessa delle serate tra quelle dedicate alle donne e quelle agli amici, segue delle regole precise per non confondersi, ma in caso di emergenza  è libero di rinunciare a qualunque impegno senza troppe giustificazioni e sensi di colpa.

Felice si divide scientificamente tra quattro sale da ballo: il Babilonia il primo ed il secondo sabato del mese, il Caprice, il terzo sabato del mese, il Flamenco l’ultimo sabato ed il Blue Moon tutti i venerdì.  A Pasqua  e Natale riposa e va a trovare la zia a Villafranca.

Analogamente si divide tra molteplici donne e con tutte ha stretto da anni rapporti chiari e limpidi e di reciproca soddisfazione.

Tutto è nato casualmente e si è sviluppato nel corso del tempo, quando le sue varie ballerine sparse per città e provincia hanno capito che non sarebbe mai divenuto un partito affidabile con cui costruire qualcosa di serio. A quel punto hanno smesso di considerarlo una bocconcino da impalmare ed hanno avviato a trattarlo per quello che è: un uomo solo, impenitente e senza sentimenti e  con tanto bisogno di donne in senso lato, ma molto lato.

Non avendo più una madre protettiva da molti anni l’unica presenza femminile costante nella vita di Felice è un spaventosa donna delle pulizie filippina difficilmente classificabile come donna, che tre volte a settimana gli sistema la casa, il resto nisba.

Felice è ancora giovane  e pimpante ed i bisogni sessuali non se li può gestire in proprio, tra le donne con le quali balla attraverso una selezione naturale è emersa pian piano l’Amina Allori, una moretta cinquantenne di bell’aspetto, anche lei felicemente separata, che non ha nessuna intenzione di rifarsi una vita di coppia e che sta benissimo da sola.

L’ha conosciuta al Babilonia, un  locale di liscio dove lui spadroneggiava in pista e tra i tavolini con quell’aspetto distaccato ed elegante. I due si sono piaciuti e si piacciono fisicamente,  ballano, parlano e fanno vita di coppia all’interno del locale, poi finiscono a letto in casa di uno dei due e trascorrono così un bel sabato sera, al mattino ognuno a casa propria ed alle proprie abitudini consolidate e stop per quindici giorni, fino al prossimo richiamo delle gonadi. Un menage di reciproca soddisfazione fra due persone mature che non chiedono più di innamorarsi.

Contenti loro, contenti tutti !

Quindi l’impegno al Babilonia è legato al liscio e all’Amina e alla soddisfazione di certi bisogni primari che niente hanno a vedere con l’amore platonico.

Differente è il caso del Caprice.

Il Caprice è una milonga, un locale da ballo specializzato in tanghi, milonga e vals argentini dove vanno gli specialisti e i fissati di questi balli e se ci capita un estraneo che non conosce l’ambiente rimane basito aspettando invano un fox trot.

Qui Felice ha una schiera di puledre di varia stazza ed età che lo aspettano a gloria per fare un ballo decente con un vero macho fra tanti smidollati che saltellano strascicando i piedi e  illudendosi di tangare.

Tra ganci, parades e ocho cortado,  Felice si divide equamente tra le frequentatrici del Caprice con balli accalorati e passionali nei quali la passione è solo figurata.

Fra queste dame di compagnia la storia con l’Antonia, un fisico tirato a lucido dal body building giornaliero e una abilità straordinaria nel tango, è nata per caso quando lei, timidamente anni fa gli chiese di insegnarle qualche nuovo passo dichiarandosi disposta a pagare. Felice è un galantuomo e mai avrebbe accettato soldi da una donna, ma parlando del più e del meno scoprì che lei era appassionata di cucina e fra un convenevole e un’allusione finì che l’Antonia un bel sabato si presentò con una vaschetta di sugo all’arrabbiata pronto per condire gli spaghetti.  Felice gradì assai.

Da allora è consuetudine che il terzo sabato del mese, Antonia prepari qualche leccornia la metta sotto vuoto e la porti in sala da ballo per consegnarla a Felice, non  come pagamento delle lezioni, ma come pensiero gentile nei confronti di uno scapolone incapace di cucinare. Così, visto che le dosi sono andate aumentando e le vettovaglie dovevano durare più a lungo, Felice se ne torna a casa dopo il tango come se tornasse dal supermercato, quando con pentole di ribollita, quando con conserve di mirtillo, quando con barattoli di pesto alla genovese fresco e profumato.

E tutti sono contenti.

Poi c’è il Flamenco, l’ultimo sabato del mese: qui si balla latino e caraibico.

Questo è il regno delle gemelle Tramonti, Alba e Luna, che se lo contendono tra salsa, merengue e cha cha cha. Le sorelle sono note in città per il negozio di tessuti e passamaneria Tramonti, operativo nello stesso vetusto locale dal 1915 e già fornitore della real casa nel segmento bottoni e cordoni per tendaggi.

Le gemelle Tramonti hanno a che fare quotidianamente con le sartorie industriali, dunque quale miglior fornitore per vestiti, ma anche rammendi e aggiustature degli abiti per Felice.

Le sorelle in cambio della sua disponibilità illimitata a sequenze di balli frenetici sono sempre pronte a darsi da fare per trovare il negozio o la sarta giuste per rispondere alle richieste di Felice, e le richieste sono molteplici perché lui è un vero vanesio.

Recentemente  hanno pure disegnato e prodotto dei bottoni su misura per lui, con l’immagine minuscola di una ballerina, che lui desiderava tanto per la sua nuova giacca nera a due petti.

Ah, questi uomini ! sospirano  le gemelle, e lo guardano orgogliose come fosse un  figlio un po’ discolo.

Infine il Blue Moon, locale sul mare che vede Felice in azione tutti i venerdì sera: qui non ci sono partner affezionate, ma tre grandi piste dove ballare latino e caraibico, discodance e liscio e un mucchio di gente,  un paese del bengodi per i ballerini scapoli con tante donne sole che non cercano di meglio che un’avventura o una relazione, un ottimo bacino di utenza dove trovare di volta in volta una esperta in manicure o una fisioterapista, un’affidabile commercialista per la denuncia dei redditi, o una bancaria per consigli sui risparmi.

A dire la verità servirebbe anche qualcuna che sapesse stirare i capi delicati meglio della filippina, ma convincere le donne a venire a casa a stirargli le camicie in cambio di una polka e una mazurca è un po’ più difficile, non gli è ancora riuscito !

Provateci un po’ voi se ne siete capaci.